(Alliance News) - La privatizzazione del Credito Italiano, oggi UniCredit Spa, fu un evento spartiacque per il sistema bancario italiano, con investitori come Leonardo Del Vecchio, il fondatore di Luxottica, che attraverso Delfin mantiene ancora oggi una partecipazione nella banca.
Come spiega mercoledì il Corriere della Sera, questa storica relazione torna al centro dell'attenzione con l'offerta pubblica di scambio - OPS - di UniCredit per Banco BPM Spa, un'operazione accolta con scetticismo dal consiglio di amministrazione di Banco BPM, che la ritiene non valorizzante e contraria ai propri obiettivi strategici.
Banco BPM, guidata da Giuseppe Castagna, prosegue il proprio piano di rafforzamento, con investimenti in Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, di cui detiene il 5,0% con l'obiettivo di salire al 10%, e un'offerta su Anima Holding per creare un polo del risparmio gestito da EUR120,00 miliardi.
L'OPS di UniCredit, tuttavia, ha suscitato reazioni contrastanti in ambito politico: la Lega si oppone, temendo per il terzo polo bancario in formazione, mentre Forza Italia e altre forze politiche si mostrano più possibiliste.
Nel contesto europeo, la decisione finale sull'operazione spetta alla BCE, che dal 2014 supervisiona gli istituti di credito più grandi. Intanto, attori come Delfin, Crédit Agricole SA - azionista al 9,0% di Banco BPM -, e Francesco Gaetano Caltagirone potrebbero giocare ruoli decisivi in un risiko che intreccia mercato, politica e la strategia di consolidamento del sistema bancario italiano.
Di Antonio Di Giorgio, Alliance News reporter
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