L'Eurotower chiede un parere al regolatore
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 20 gen - La strada delle fusioni bancarie è lastricata di (necessarie) autorizzazioni. Banco Bpm, il cui cda domani attende un aggiornamento sui numerosi dossier aperti, deve fare i conti anche con i possibili dubbi della Bce sull'applicazione del Danish Compromise in relazione all'opa lanciata su Anima e la palla, davanti alle incertezze normative, è ora passata all'Eba, cioè l'Autorità bancaria europea. A quanto risulta a Radiocor, la banca centrale, che deve dare un responso sul tema a Banco Bpm (il semaforo verde di Francoforte è tra le condizioni di efficacia dell'offerta), avrebbe infatti a sua volta richiesto un chiarimento all'Eba proprio alla luce di alcuni dubbi normativi, il cui orientamento sarebbe ancora da definire. Una ricostruzione davanti alla quale la Bce si limita a un "no comment".
La partita, va osservato, potrebbe avere riflessi anche sugli eventuali rilanci da parte di UniCredit sul prezzo proposto per ottenere il controllo di Piazza Meda tramite l'ops. Decisivo è quindi l'eventuale esito dell'integrazione della società del risparmio gestito da parte di Banco Bpm, per la quale l'applicazione del Danish Compromise si tradurrebbe in un assorbimento di capitale ridotto, con un peso molto inferiore sui requisiti patrimoniali della banca milanese che rileverebbe, tramite la sua controllata assicurativa Banco Bpm Vita, la sgr Anima.
Tutti gli occhi sono così puntati sull'Eurotower, che in passato aveva già precisato che avrebbe valutato "caso per caso" l'eventuale applicazione di un trattamento patrimoniale favorevole per operazioni di questo tipo. Ora è il caso di Banco Bpm-Anima e l'esito non è scontato. Il verdetto, come quello su un'altra operazione simile (Bnp Paribas-Axa Investment Managers), è atteso con interesse da tutto il mondo finanziario europeo, perché riguarda un meccanismo che ha generato, per esempio, dure critiche da parte dei vertici di alcuni dei big assicurativi.
Gli step per arrivare alla società del risparmio gestito però sono anche altri. Già ottenuto il via libera incondizionato dell'Antitrust, in casa Banco Bpm attendono ancora l'ok dell'Ivass. Poi sul tavolo c'è anche, eventualmente, il tema golden power. In base a quanto ricostruito, Palazzo Chigi avrebbe chiesto alcuni dettagli all'istituto di Castagna prima di Natale, ricevendo tutte le informazioni e le risposte del caso. Ma questo, almeno per ora, non sarebbe bastato alla presidenza del Consiglio per decidere se, eventualmente, aprire o no un'istruttoria "golden power". Tutti nodi che dovranno essere sciolti nelle prossime settimane e su cui Piazza Meda non esprime commenti. "Su questioni che riguardano regolatori e istituzioni non commentiamo", si limitano a dire da Banco Bpm.
Che-Enr-Ppa
(RADIOCOR) 20-01-25 16:10:44 (0447)NEWS,ASS 3 NNNN
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January 20, 2025 10:10 ET (15:10 GMT)