ROMA (MF-DJ)--Martedì 29 il cda di Banco Bpm dovrebbe aggiudicare l'esclusiva al potenziale partner nella bancassurance. In lizza, scrive MF-Milano Finanza, ci sono due gruppi francesi: Credit Agricole e Axa, che a ottobre hanno presentato le offerte vincolanti per il ramo danni, valutato circa 300 milioni di euro. La scelta sarà rilevante non solo per la strategia industriale del Banco ma forse anche per i futuri assetti di governance. A primavera va rinnovato il board e le manovre degli azionisti sono già iniziate. Gli occhi sono puntati soprattutto sull'Agricole che oggi è primo socio con quasi il 10%.

Sebbene la banque verte sia presente da oltre 30 anni in Italia e abbia un polo bancario costruito sulle ex CariParma, Friuladria e Creval, l'ingresso in Banco Bpm la scorsa primavera è stata una sorpresa. "Quest'operazione testimonia il forte apprezzamento di Crédit Agricole per le qualità intrinseche di Banco Bpm", ha subito precisato l'istituto francese per fugare ogni sospetto di mossa ostile. Una visione condivisa dalla banca italiana, che ha salutato positivamente l'arrivo dell'Agricole, con cui era già alleata nel credito al consumo di Agos Ducato.

La partita delle polizze. Che non si trattasse di un investimento puramente finanziario è stato chiaro sin da subito. Poche settimane dopo il blitz, Agricole ha presentato un'offerta per le attività assicurative del Banco. L'asset però fa gola anche ad Axa, a caccia di altri partner italiani oltre a Mps. Sembra che nelle scorse settimane la compagnia guidata da Thomas Buberl abbia presentato a Banco Bpm un'offerta molto aggressiva.

I risvolti sulla governance e le nomine del Banco Bpm. Che riflessi potrebbe avere la gara sulle assicurazioni sulla governance del Banco? Il vertice di Agricole starebbe aspettando proprio l'annuncio sulle polizze per definire una linea di azione. In vista dell'assemblea nella primavera 2023 che deve rinnovare il board, per il gruppo guidato in Italia da Giampiero Maioli rimangono aperte diverse possibilità. Se i rapporti con il vertice del Banco restassero positivi, l'Agricole potrebbe appoggiare la lista del cda che, con ogni probabilità, confermerà il ceo Giuseppe Castagna. A suggello dell'alleanza, il board potrebbe inserire nella rosa un candidato gradito ai francesi. In alternativa l'Agricole potrebbe correre con una propria lista contrapposta a quella del board. Meno probabile è che la banque verte passi all'offensiva, dando la scalata al Banco. Non solo finora il gruppo non avrebbe chiesto a Bce l'autorizzazione a superare il 10% ma il quadro politico oggi non è certamente favorevole a un blitz straniero sulla terza banca italiana. Anche se i rapporti dell'Agricole con l'Italia sono di lunga data e Maioli ha buone relazioni con molti dirigenti del ministero dell'Economia e di altre istituzioni, una soluzione di questo genere appare in salita. Il governo potrebbe rispondere con il golden power o favorendo l'aggregazione con un gruppo per difendere l'italianità di piazza Meda. E gli occhi sono puntati su B.Mps o su un (meno probabile) ritorno di Unicredit sulla scena del risiko nazionale.

I soci italiani. In attesa di capire quali saranno le scelte del primo azionista, anche gli altri azionisti del Banco Bpm si sono messi in movimento. Dopo l'estate le fondazioni hanno arrotondato la quota conferita nel patto parasociale che oggi è salito all'8,28% e sul quale Consob avrebbe avviato degli accertamenti. Al fianco di Crt (1,8%), CrLucca (1,24%), CrAlessandria (0,5%), Cr Trento e Rovereto (0,03%), Cr Carpi (0,1%) e Manodori (0,02%), ci sono Cassa forense (1,66%), Enpam (1,95%) ed Inarcassa (1,04%) mentre, come anticipato nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, Enasarco è pronta ad affiancarsi con un investimento di 70 milioni di euro.

Queste risorse dovrebbero posizionare il patto attorno al 10% del capitale e c'è l'ambizione di portarlo anche al di sopra di tale soglia, previa autorizzazione della Bce. Anche in questo caso nel mirino c'è la scadenza assembleare, visto che fondazioni e casse di previdenza puntano ad esprimere almeno due nomi nella lista del cda, cui sta lavorando Egon Zehnder. I giochi per il rinnovo del board La lista peraltro potrebbe contenere più di un elemento di novità. Gli occhi del mercato sono puntati soprattutto sulla casella del presidente. L'attuale numero uno Massimo Tononi non ha ancora sciolto la riserva, anche se l'idea di una ricandidatura piace a diverse fondazioni e al fondo Davide Leone & Partners che detiene il 4,7%. Altri protagonisti del mondo della finanza vorrebbero però Tononi al vertice di Fondazione Cariplo. La scelta del banchiere trentino potrebbe non tardare ancora molto, mentre in piazza Meda hanno iniziato a circolare candidature alternative, come quella dell'attuale vice presidente Mauro Paoloni.

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2809:03 nov 2022


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