MILANO (Reuters) - L'accordo sulla bancassurance raggiunto tra Cattolica e Banco Bpm viene accolto con favore della borsa in quanto, eliminando un importante elemento di incertezza, consente alle due società di potere procedere con più chiarezza con i propri piani sul fronte del rilancio e dell'M&A.

Intorno alle 14,00 a Piazza Affari Cattolica segna un rialzo del 2,9% a 4,78 euro dopo un massimo della mattinata di 4,94 euro, mentre Banco Bpm sale del 2,8% a 2,26 euro (massimo 2,28 euro).

Venerdì, a borsa chiusa, Cattolica e Banco Bpm hanno comunicato di avere raggiunto un accordo sulla prosecuzione delle joint venture assicurative e sui diritti di uscita dalla partnership.

L'accordo è giunto dopo che lo scorso dicembre Banco Bpm aveva detto di aver esercitato l'opzione per acquisire la quota del 65% detenuta da Cattolica nelle joint venture ritenendo di averne titolo a causa del cambio di controllo sulla compagnia a seguito dell'operazione societaria con Generali.

Cattolica aveva contestato la decisione aprendo la strada ad uno scontro legale con un possibile ricorso all'arbitrato i cui esiti e relativa tempistica sarebbero stati incerti anche a causa dell'ampia distanza tra le parti.

Il nuovo accordo prevede, a fronte della rinuncia della call, il riconoscimento a favore di Banco Bpm di un'opzione non condizionata per l'acquisto anticipato delle quote esercitabile nei primi sei mesi del 2023, e eventualmente posticipabile ogni sei mesi fino alla fine del 2024.

L'intesa fissa i termini economici e meccanismi di composizione del prezzo dell'opzione di acquisto che, secondo qualche analista, potrebbero comportare un esborso da parte di Banco Bpm di una cifra intorno a 450 milioni di euro.

A dicembre Banco Bpm aveva stimato la quota in circa 335,7 milioni di euro a fronte degli 853 milioni pagati da Cattolica nel 2018 quando è stato chiuso l'accordo sulle attività assicurative.

Secondo Equita Sim l'accordo è "positivo per Banco Bpm in quanto garantisce alla banca flessibilità strategica in chiave M&A" ed in particolare, "aumenta la probabilità di un deal con Bper Banca", il cui primo azionista è Unipol.

Anche secondo Intesa Sanpaolo l'accordo "migliora la posizione del Banco Bpm in qualsiasi operazione di M&A", in quanto lascia l'istituto "con le mani libere per negoziare nuove partnership di bancassurance in un'eventuale operazione, e in particolare in un deal con Bper".

Sul fronte Cattolica, l'intesa, secondo Intesa Sanpaolo, consente alla compagnia veronese di avere più tempo per prepararsi alla chiusura della joint venture in modo da focalizzarsi nel breve sui numerosi impegni che l'attendono, tra cui il completamento dell'aumento di capitale, per la seconda tranche da 200 milioni, nell'ambito del piano di rimedio chiesto dall'Ivass e approvato dal cda venerdì.

In tema di governance Cattolica ha fatto sapere, in particolare, che il Cda si presenterà dimissionario alla prossima assemblea per consentire il rinnovo integrale dell'organo.