ZURIGO (awp/ats) - Aumento delle vendite, sia in termini di volumi che di ricavi, ma calo della redditività: si presentano così gli affari negli ultimi tempi per Barry Callebaut, società zurighese numero uno al mondo nella produzione di cioccolato.

Stando ai dati diffusi oggi, nel primo semestre dell'esercizio 2023/2024 (periodo settembre-febbraio, nella contabilità aziendale) l'impresa ha visto la quantità smerciata salire dello 0,7% a 1,1 milioni di tonnellate, mentre il giro d'affari ha fatto un balzo dell'11,0%, raggiungendo 4,6 miliardi di franchi. L'utile operativo Ebit è però sceso del 2,6% a 339 milioni e i profitti netti sono calati a 216 milioni, in flessione del 7,9%.

"In un contesto esterno molto perturbato, abbiamo ottenuto una solida performance finanziaria", afferma il Ceo Peter Feld, citato in un comunicato. "Manteniamo una certa cautela alla luce delle straordinarie impennate dei prezzi degli ultimi sei mesi", aggiunge il manager per quanto riguarda il futuro. Concretamente per l'insieme dell'esercizio (che terminerà in agosto) la dirigenza si aspetta volumi di produzione ed Ebit in linea con quelli del 2022/2023.

Barry Callebaut è nata nel 1996 dalla fusione fra la società belga Callebaut e l'impresa francese Cacao Barry, ma si ritiene figlia di una tradizione che ha più di 175 anni. Dal 1998 è quotata alla borsa svizzera. Oggi dispone di 66 stabilimenti in decine di paesi e impiega più di 13'000 persone. L'azienda rifornisce l'intero settore alimentare, dai produttori globali e locali agli artigiani e professionisti quali cioccolatieri, pasticceri, fornai, hotel, ristoranti o ditte di catering. Barry Callebaut è quindi una tipica azienda B2B (business-to-business, cioè un fornitore di altre imprese, non direttamente dei consumatori).