(di Elena Dal Maso - Milanofinanza.it)

MILANO (MF-DJ)--La scelta della Svizzera, una decisione congiunta di governo, Banca centrale e regolatore, la Finma, di bruciare 16 miliardi di bond At 1 di Credit Suisse nell'ambito della fusione con Ubs, sta mettendo sotto stress il settore del debito subordinato in Europa.

Infatti una banca tedesca che finanzia progetti immobiliari e di infrastrutture, ha comunicato giovedì 23 marzo al mercato che non intende esercitare la call, il richiamo previsto nel prospetto di emissione dei subordinati, per 300 milioni di euro. Un fatto raro nel mondo finanziario, perché rompe il rapporto di fiducia fra emittenti e investitori e costringe poi al pagamento di interessi decisamente più alti.

La decisione di Deutsche Pfandbriefbank sul bond in questione (PNC 4/2023, ISIN XS1808862657) è stata assunta dopo una «valutazione attenta di vari fattori, incluse le condizioni di mercato e i costi economici».

Il bond, emesso da Deutsche Pfandbriefbank con una cedola del 5,75%, ora viene resettato a nuovi valori, attorno all'8,42%, ovvero alla curva midswap a 5 anni in euro cui sommare il 5,383% (a partire dal 28 aprile 2023). La curva swap a 5 anni è attorno al 3,04%. La prossima call è attesa in aprile 2028.

Il mercato degli At1, strumenti nati dopo la crisi finanziaria del 2008 per rendere più solide le banche europee, è un mercato ristretto e non regolamentato che fino ad ora ha funzionato bene. Ma dopo la decisione di azzerare i bond At1 di Credit Suisse che valgono 16 miliardi, i valori delle emissioni oggi quotate hanno ricevuto notevoli scossoni, in parte rientrati sul fronte dei prezzi. Il problema restano gli scambi, ha spiegato un desk operativo a milanofinanza.it. molto sottili dopo la decisione inattesa della Svizzera. Le banche, anche in Italia, aspettano tempi migliori per collocare At 1 senza correre il rischio di pagare premi troppo alti o addirittura di non trovare investitori di qualità.

Come spiega una nota di Invesco, nell'ambito degli Accordi di Basilea III del 2009, le autorità di regolamentazione hanno preso provvedimenti forti per ridurre la probabilità che in futuro siano necessarie nazionalizzazioni di banche. Tra questi, quello di richiedere alle banche di aumentare il rapporto tra il capitale Tier 1 e gli asset ponderati per il rischio a un livello minimo di cui una parte in una nuova classe di titoli denominata Capitale aggiuntivo di Classe 1 (obbligazioni AT1).

Le obbligazioni AT1 sono strumenti di debito caratterizzati da un trigger (evento) che ne determina la perdita automatica di valore nel caso in cui uno dei fattori chiave della solidità finanziaria dell'emittente scenda al di sotto di un livello prestabilito. Sono state progettate come meccanismo di assorbimento delle perdite. Nel caso in cui la banca si trovasse ad affrontare una situazione di mancanza di capitale, entrano in gioco le obbligazioni, la cui svalutazione rafforza la posizione finanziaria della banca riducendone le passività.

Il problema con Credit Suisse è che il governo ha cancellato i bond At1 preservando le azioni, mentre nella gerarchia dell'Eurozona prima viene annullato l'equity, poi i bond a partire dagli At1. La prima obbligazione AT1 è stata emessa dalla banca spagnola BBVA nell'aprile del 2013.

red/cce

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2315:54 mar 2023


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