CERNOBBIO (MF-DJ)--'Coerentemente con il nostro ruolo di think tank leader in Europa, quest'anno tocchiamo il record di ricerche presentate e distribuite (ben 17) con anche il record di nazionalità rappresentate nel programma (ben 19) e di Paesi collegati (oltre 70)'.

E' quanto afferma Valerio De Molli, Managing Partner e CEO The European House - Ambrosetti nel discorso di apertura dell'edizione 2021 del Forum.

De Molli nel discorso, che porta l'intestazione 'Usare solo la metà dell'energia e del talento delle persone non è una buona idea: Women Empowerment' spiega che 'il biennio 2020-2021 è stato incredibile, di rara complessità. il 2020 ha registrato la più profonda crisi globale mai vissuta dalla nostra generazione. il crollo del pil mondiale è stato 32 volte peggio della peggiore crisi precedente, mentre l'8,9% di contrazione del pil italiano è stato il 4° peggiore dei 150 anni della storia dell'Italia, preceduto solo dai 3 anni della 2a Guerra Mondiale.

Oltre agli impatti economici, anche le conseguenze sociali della pandemia sono state enormi e asimmetriche, mettendo a rischio la tenuta dei Paesi.

Le donne, insieme ai giovani, sono tra le categorie più colpite: 47 milioni di donne in tutto il mondo rischiano di cadere sotto la soglia di povertà. in Europa una donna su tre non partecipa al mercato del lavoro a causa delle responsabilità di cura domestica contro il solo 5% per il sesso maschile. in Italia solo nel 2020 si sono persi 450 mila posti di lavoro, con una prevalenza di donne, il 70% del totale (Istat). Inoltre, la differenza di stipendio tra uomini e donne a livello mondiale è in media del 20%, anche se con valori molto eterogenei da paese a paese. Il 20% delle lavoratrici italiane sta considerando di abbandonare il proprio lavoro per far fronte alle esigenze di cura domestica'.

Lo tsunami covid è stato benzina sul fuoco di un gravissimo problema strutturale di arretratezza. La partecipazione delle donne al lavoro configura una situazione di grave ritardo, con numeri record che ci posizionano all'ultimo posto in Europa con solo il 56,5% delle donne che lavorano o cercano attivamente lavoro, contro una media europea del 68,8% e con un enorme divario tra il primo paese nel g20, Canada con 75,6%, e l'ultimo, india con 22,3%. [il quadro è ancora più critico in alcune aree e/o città del sud (in Sicilia, Campania e Calabria è inferiore al 40%, tra i dati più bassi al mondo)]. Il potenziale però c'è: le donne che vorrebbero avere un'occupazione sono 9 su 10.

Il problema inoltre esplode se si sale nella scala gerarchica, a partire dalla politica. Le donne primo ministro nel mondo su 195 paesi sono solo il 6,6%, contro il 7,2% di 10 anni fa. nei paesi del G20 le donne in parlamento sono cresciute a doppia cifra solo in alcuni paesi (Messico, Australia, Francia, Italia). secondo i dati del ministero dell'interno italiano, nel 2021 solo una presidente di regione su 20 è donna e soltanto il 15% dei comuni italiani è guidato da una donna. anche a livello aziendale, il tema del 'soffitto di cristallo' è estremamente critico: i dirigenti donna in Italia, secondo i dati di Manageritalia, sono solo il 18,3% del totale (anche se in crescita) e anche le donne imprenditrici sono solo 2 su 10.

Occorre prendere il toro per le corna e affrontare il problema con determinazione, tra le priorità per Italia, Europa e g20.

Abbiamo quindi con entusiasmo aderito alla richiesta del Ministro Elena Bonetti di realizzare un working paper di indirizzo strategico per orientare le decisioni del G20, con il supporto del Club Ambrosetti e di un Business Advisory Board internazionale per indirizzare le politiche dei governi verso una maggiore inclusione femminile nell'economia. quello che gli anglosassoni definiscono con grande efficacia women empowerment.

Come anche ricordato da Ursula Von Der Leyen alla presentazione della gender equality strategy, siamo fortemente convinti che la nostra società ed il nostro sistema economico potranno raggiungere il pieno potenziale di sviluppo solo utilizzando il 100% del nostro talento e della nostra diversità: usare solo la metà dell'energia e delle idee della popolazione non è e non sarà sufficiente e, comunque, non ci sembra una buona idea.

Troverete la versione completa del rapporto, sia per il G20 che per l'Italia, sul sito www.ambrosetti.eu e sulla app del forum. Siamo più che mai convinti che serva un cambio di paradigma epocale, anche culturale. non dobbiamo più guardare al tema solo dalla prospettiva dei diritti e dell'etica, ma anche in modo più 'cinico' come opportunità economica di rilancio. secondo il modello messo a punto da The European House - Ambrosetti, l'eliminazione del gender pay gap e l'aumento del tasso di occupazione femminile (fino ad eguagliare quello maschile per ognuno dei paesi del g20) potrà generare fino a 9 trilioni di dollari di pil aggiuntivo nei paesi g20 (circa 12% del totale), di cui 110 miliardi di euro solo per l'Italia (circa 6,7% del pil italiano), pari a 9 volte l'impatto annuo del PNRR [la Ragioneria Generale dello stato stima che nel 2026 il pil italiano sarà più alto di 3,6 p.p. rispetto allo scenario baseline, con un impatto annuo di 0,72].

È fondamentale cogliere questa opportunità. il piano nazionale di ripresa e resilienza ha tra i propri obiettivi di fondo la promozione dell'occupazione femminile attraverso misure e investimenti ad hoc. i risultati annunciati come attesi dal Governo italiano al 2026 sono però troppo modesti: con un aumento dell'occupa-zione femminile pari solo a 4 punti percentuali aggiuntivi, dall'attuale 49% al 53%, l'Italia rimarrebbe comunque ancora penultima in Europa, davanti solo alla Grecia, nonostante si ipotizzi che tutti gli altri paesi restino fermi.

Negli ultimi 10 anni in Italia si sono investiti, senza alcun impatto, ben 5 miliardi di euro nelle politiche di supporto a natalità e inclusione delle donne. i risultati sono stati pessimi. il tasso di natalità è in costante decrescita dal 2010, assestandosi a 1,27 nel 2019, il valore più basso mai registrato e il tasso di occupazione femminile è cresciuto di soli 4 punti percentuali in 10 anni. Serve agire con maggiore efficacia e velocità. Mi fa piacere condividere con tutti voi le proposte che The European House - Ambrosetti ha presentato al G20 di santa margherita ligure per promuovere l'empowerment femminile. il nostro lavoro si sintetizza in due documenti sviluppati sul concetto del 'gender equality tree': un decalogo di 10 proposte per il governo italiano, che lasciamo agli atti per la vostra revisione, e un manifesto con i 10 principi per raggiungere la parità di genere e liberare l'energia delle donne in tutti i paesi del g20, sottoscritto già da molti capi azienda. il manifesto è a vostra disposizione e ci auguriamo che lo vorrete sottoscrivere anche voi dal nostro sito web www.ambrosetti.eu; i 10 punti sono:

1.No Vision, No Future - Definire una visione a 360° verso il raggiungimento dell'empowerment delle donne progettando un piano strategico a lungo termine con priorità condivise, risorse dedicate, obiettivi, responsabilità e indicatori chiari.

2.Without data equality there can be no gender equality - You get what you measure - Migliorare la raccolta di dati sulla parità di genere per misurare gli impatti e monitorare i progressi, facendo leva anche sulla trasparenza e la divulgazione pubblica.

3.Overcoming gender stereotypes - Incoraggiare un cambiamento culturale promuovendo nuovi modelli femminili e maschili, che superino i persistenti stereotipi di genere nella società e sul posto di lavoro, anche attraverso il ruolo dei media.

4.If you can imagine it, it becomes possible - Cambiare la percezione del ruolo delle donne nell'economia e nella socetà a partire dall'educazione nella scuola primaria e promuovendo un linguaggio inclusivo e neutrale rispetto al genere.

5.Education is paramount - Rimuovere gli ostacoli che impediscono la parità di accesso all'istruzione e alla formazione e promuovere l'alfabetizzazione economica e finanziaria e l'accesso alle discipline STEM (solo il 14% delle donne nei Paesi del G20 sceglie questi percorsi di studio).

6.Walking side by side - Garantire che le donne non siano sottorappresentate nella politica e definire un rapporto minimo uomo/donna nelle politiche di assunzione a tutti i livelli e migliorare la partecipazione delle donne nelle posizioni manageriali, in un contesto in cui meno di 2 dirigenti su 10 sono donne.

7.Investing in future generaions - Introdurre iniziative per sostenere la maternità e riequilibrare le attività di cura tra uomini e donne: in Europa una donna su tre non lavora a causa delle responsabilità di cura domestica contro il solo 5% degli uomini.

8.Access to capital is key to ensure women's independence - Sviluppare programmi di finanziamento pubblico con accesso preferenziale alle donne e progettare strumenti finanziati (per esempio, gender bond) per migliorare l'imprenditorialità femminile e l'accesso al credito.

9.Fair wage has no gender - Chiudere il divario salariale di genere, che nei Paesi del G20 vale in media il 20%, promuovendo la trasparenza in diversi settori

10.Zero-tolerance against violence - Definire un piano a lungo termine per prevenire la violenza di genere e sostenere le aziende nell'introduzione di iniziative per fare prevenzione: nel G20 il 30% delle donne subisce violenza, ma solo il 5% lo segnala.

Questi principi vogliono essere lo stimolo ai paesi del G20 per ridisegnare tutte le politiche che possano consentire di non sprecare la metà dell'energia e del talento che hanno a disposizione.

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September 03, 2021 04:11 ET (08:11 GMT)