Better Collective (di seguito "Better") mette in contatto gli appassionati di sport con gli operatori di scommesse come Unibet attraverso piattaforme di notizie e community di cui è proprietario. Il centro della sua offerta sono i contenuti coinvolgenti e le tecnologie basate sul traffico generato.

Grafico Better Collective A/S


Tale strategia di acquisizione funziona grazie agli scommettitori che cercano attivamente le informazioni diffuse da Better per leggere e condividere le notizie sui loro sport preferiti. Progettate per incanalare il traffico e le entrate verso gli allibratori, le piattaforme del gruppo diventano così un importante anello nella catena delle scommesse online.

Il settore è in notevole crescita con tassi a due cifre in tutti i segmenti, mentre lo sviluppo dei casinò tradizionali rimane limitato. Ciò rende la posizione di Better ideale per trarre beneficio dalle forti prospettive su scommesse sportive e iGaming. Nonostante il gruppo si rivolga solo ai mercati regolamentati, questi si rivelano molto redditizi.

Better gestisce diversi media e piattaforme digitali basate su una community — tra cui bettingexpert.com, Speltips.se, o SpilXperten.dk. Su alcune di queste sono gli stessi utenti che generano contenuti informativi, riducendo così le spese di creazione e pubblicazione. Questo portafoglio di siti web e app fa sì che vi siano ogni mese +50 milioni di visitatori.

Il gruppo danese si avvale anche di partnership con importanti media quali The Daily Telegraph, attraverso i quali sfruttare il suo know-how di acquisizione del traffico e spingere grandi quantità di lettori verso gli allibratori. I bassi costi di gestione compensano la ripartizione delle commissioni.

Come la maggior parte dei gruppi mediatici, Better è una roll-up, ossia un'azienda che cresce grazie alle acquisizioni che le permettono di aggiungere nuova audience al suo portafoglio. Dal 2017 il gruppo ha già conseguito una ventina di acquisizioni e nei prossimi trimestri intende proseguire a pieno ritmo con le M&A.

Uno degli obiettivi è quello di diversificarsi oltre le scommesse sportive: solo poche settimane fa Better ha firmato una lettera di intenti per l'acquisizione di una società leader nel settore iGaming per 45 milioni di euro. Il gruppo punta inoltre a sviluppare la propria presenza sul mercato statunitense che tra cinque o dieci anni potrebbe superare quello europeo.

La buona notizia è che le operazioni statunitensi stanno dando finora buoni frutti. Oltre al successo nell'assorbimento delle due attività appena acquisite, è stato raggiunto il margine EBITDA previsto. Il management ha tuttavia ammesso la difficoltà nell'adattarsi ai processi di regolamentazione americani.

A livello finanziario i ricavi sono cresciuti di sette volte tra il 2015 e il 2020, passando da 11 a 73 milioni di euro, mentre i margini operativi sono rimasti saldamente ancorati sopra la soglia del 30%. ll funzionamento dell'attività richiede un capitale eccezionalmente basso — al momento un capitale circolante netto di soli 6 milioni di euro — ma avrà bisogno di ulteriori finanziamenti per puntare a nuove acquisizioni.

Come spesso accade per le roll-up, il conto economico di Better sottovaluta la sua reale capacità di guadagno. Ciò accade poiché gli elevati costi di ammortamento ereditati dalle acquisizioni deprimono gli utili contabili. Basti comparare ad esempio l'utile netto di 14 milioni di euro del 2019 con il free cash-flow di 19 milioni di euro prima delle acquisizioni.

Il gruppo ha raccolto 68 milioni di euro attraverso la sua IPO nel 2018, poi 51 milioni di euro attraverso due emissioni di capitale negli ultimi due anni. Anche l'indebitamento è aumentato di 20 milioni di euro, benché la leva finanziaria rimanga sotto controllo con un indebitamento netto pari a un solo anno di EBITDA. Gli investitori dovrebbero aspettarsi che nel prossimo futuro la totalità degli utili venga reindirizzata verso una crescita esterna.

Nel 2020 anche questo settore ha subito una battuta d'arresto nella crescita a causa della crisi del COVID. L'episodio ha tuttavia ricondotto la valutazione a un interessante multiplo di sole 9 volte l'EBITDA — sulla base dell'enterprise value. Secondo alcuni non viene resa giustizia alle grandi occasioni di business che si prospettano. A tal proposito, la battuta d'arresto nell'azione sui prezzi può offrire un punto di ingresso convincente agli investitori orientati alla crescita.

I fondatori Jesper Søgaard e Christian Kirk Rasmussen — rispettivamente CEO e COO — il mese scorso hanno venduto congiuntamente 3,1 milioni di azioni al prezzo di 131 corone svedesi. Secondo il comunicato stampa l'obiettivo era "ampliare la base partecipativa" e allo stesso tempo "diversificare ulteriormente la base azionaria".

I due possiedono ancora 21 milioni di titoli, pari al 44% del capitale sociale. Nell'ambito dell'operazione, hanno anche deciso di effettuare un lock-up volontario di almeno 360 giorni, a testimonianza del loro impegno "a lungo termine". Sarà interessante seguire le prossime operazioni degli insider, in particolare in caso di aumento del prezzo del titolo.

Infine il management ha ritenuto opportuno approfittare della depressione nel prezzo delle azioni con un programma di riacquisto di titoli la scorsa estate. L'1,4% del capitale azionario è stato riacquistato per un importo di 4,8 milioni di euro, pari a 84 corone svedesi per azione.

Lo scopo del programma è quello di "coprire il debito relativo alle precedenti acquisizioni", in quanto Better ha in parte il diritto di effettuare transazioni su azioni se lo ritiene interessante. La mossa a priori indica un elevato interesse dei finanziatori per il capitale proprio, il che è confortante.

Better Collective è tra le più recenti posizioni nel fondo d'investimento Europa One che MarketScreener consiglia in esclusiva.