(Alliance News) - C'è maretta in casa BFF Spa per la gestione dei 49 esuberi dopo che le trattative sindacali, dopo 11 incontri, ancora non hanno portato ad alcun risultato e, a seguito dell'assemblea del 13 gennaio, le sigle FABI, First CISL, Fisac CGIL e Unisin attive in BFF Bank hanno ricevuto il mandato alla mobilitazione contro i licenziamenti.

Come spiega Smart Magazine lunedì, secondo i sindacati presenti in Banca Farmafactoring, "per tutta la durata della trattativa con oltre 11 incontri, la banca si è mostrata indisponibile a tutte le proposte avanzate restando, inoltre, irremovibile su alcuni temi assolutamente inaccettabili. Primo fra tutti, la comunicazione, che, qualora il numero di uscite volontarie fosse insufficiente a coprire gli esuberi dichiarati si avvierà, già da inizio febbraio, la procedura di licenziamento collettivo".

COme riporta Smart Magazine, a detta delle organizzazioni sindacali, inoltre, la banca non si è impegnata "né per un'eventuale ricollocazione dei dipendenti né per l'apertura di un fondo di sostegno al reddito che avrebbe consentito l'accesso a un ragionevole numero di lavoratori in alternativa alla proposta aziendale che permetteva l'accesso nella migliore delle ipotesi a un massimo di tre lavoratori".

"Per tutta la durata della trattativa – spiegano i sindacati in una nota congiunta –, ci siamo battuti strenuamente per la ricollocazione dei colleghi, per l'estensione degli strumenti (fondo di sostegno al reddito, esodo incentivato, ecc...) a tutta BFF Bank e, soprattutto, per impedire il ricorso ai licenziamenti collettivi. Non ci siamo riusciti solo per l'ostinata e cieca volontà della banca di preservare, più che il posto di lavoro dei colleghi e la sicurezza economica delle loro famiglie, il bilancio e il denaro che il cda e gli azionisti e l'amministratore delegato - che con i suoi EUR6,5 milioni di stipendio è il dirigente più pagato in Italia per il settore del credito, più dell'Ad di Intesa Sanpaolo Spa - si spartiscono periodicamente, senza alcuna remora".

Il manager a cui fanno riferimento i sindacati è Massimiliano Belingheri, un bocconiano che ha iniziato la carriera in McKinsey & Company, a Milano e a Londra, in qualità di business analyst. Dopo un MBA a Harvard, è entrato in Apax Partners di cui è diventato partner nel 2007 e responsabile del team di servizi finanziari in Europa nel 2008. Dal 2002 al 2004, è stato anche consigliere di amministrazione di Azimut Holding Spa e, dal 2011 al 2013, di Psagot Investment House. Dal dicembre del 2006, è entrato nel board di BFF Bank, che guida dal dicembre del 2013.

Il titolo di BFF Bank ha chiuso lunedì in rialzo dell'1,2% a EUR8,66 per azione.

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Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter

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