Ripercorrevamo gli eventi lo scorso marzo in un articolo titolato "Block: Un bersaglio facile". Era indubbio che la crescita esplosiva dell'azienda, precedentemente nota come Square e il cui fatturato è cresciuto di dodici volte in otto anni, unita alle eccentricità del suo fondatore, non poteva non suscitare sospetti.

Nel settore dei pagamenti online quotati in Borsa troviamo un po' di tutto. PayPal, la cui espansione si è ampiamente basata su una strategia di acquisizioni esterne; Adyen, l'anti-PayPal che ha scelto la strada della crescita organica; Worldline, il cui conglomerato traballante ha recentemente mostrato segni di debolezza.

Ecco i nostri articoli al riguardo: PayPal Holdings, Inc: una nuova era?, Il mercato ha un debole per Adyen.

E poi c'è Block, ovvio, una sorta di PayPal sotto steroidi, che si è gradualmente distaccata dalla sua attività tradizionale di servizi di pagamento legata a Square per sviluppare la sua controversa app CashApp e orientarsi verso le criptovalute, soprattutto il bitcoin.

In termini di crescita, Block è nettamente in testa: il segmento Square ha visto le sue vendite aumentare del 12% nel 2023, pur non sfuggendo alla contrazione dei margini che affligge anche i suoi concorrenti; CashApp, d'altra parte, continua a spopolare con un incremento delle vendite del 33% nell'anno appena concluso.

CashApp ha ormai eclissato Square e rappresenta due terzi del fatturato consolidato di Block. Qui risiede certamente il rischio, poiché questa crescita è in gran parte spinta dal bitcoin, con transazioni in criptovalute che contano anch'esse per due terzi dei ricavi di CashApp.

Questo non scoccerà gli appassionati di bitcoin, ma gli investitori più conservatori vedranno probabilmente in ciò un segnale d'allarme che lampeggia in rosso. È da notare che anche Block ha investito in bitcoin, sebbene con un importo trascurabile rispetto ai suoi attivi o alla sua capitalizzazione di mercato.

Block e PayPal sono valutate con multipli di fatturato comparabili. Una differenza significativa tra le due è che PayPal — attualmente non nel suo miglior momento — genera tra 3 e 4 miliardi di dollari di free cash flow all'anno, mentre Block continua a perdere denaro e a bruciare enormi somme in stock-options.

Due scene diverse, quindi, e due aziende che, pur operando in segmenti di attività simili, si rivolgono a pubblici di investitori molto differenti.