Il gruppo, che conta 2.300 dipendenti mostra una crescita e una redditività straordinarie rispetto ai suoi concorrenti. Negli ultimi dieci anni ha triplicato il fatturato e sestuplicato l'utile netto, che tende a sottostimare la generazione di cassa.

È notevole che questa crescita sia stata essenzialmente organica e completamente autofinanziata. Da sottolineare che Bouvet ha un ritorno sul capitale proprio di circa il 60%, senza ricorrere alla leva finanziaria; gli analisti di MarketScreener non conoscono nessun'altra azienda nel settore della consulenza informatica che abbia una performance così buona.

Il portafoglio clienti dell'azienda è atipico: il 43% dei clienti proviene dal settore pubblico e il 60% dal settore energetico, che si tratti di major del petrolio e del gas, di operatori del settore delle energie rinnovabili o di società elettriche.

Grazie alle sue origini e al suo portafoglio clienti, Bouvet è diventata lo specialista della consulenza informatica per i grandi gruppi energetici. L’azienda intende inoltre perseguire una specializzazione analoga nel settore della difesa, in linea con le tendenze positive di questi mercati, sia in Norvegia che in altre parti del Nord Europa.

Nel 2023 Bouvet ha generato un free cash flow di 454 milioni di corone norvegesi. Se rapportiamo questa cifra al valore d'impresa di 6,1 miliardi di corone norvegesi, il multiplo di valutazione appare interessante per un'azienda con una redditività straordinaria e un tasso di crescita medio annuo del 13,5% negli ultimi dieci anni.

Se consideriamo il tradizionale multiplo dell'utile netto, la valutazione è leggermente più alta, ma comunque vicina a un potenziale punto di ingresso. È chiaro che il calo dei multipli e la sottoperformance del mercato azionario degli ultimi quattro anni si spiegano in gran parte con il deprezzamento della corona norvegese rispetto all'euro e al dollaro.

Ciò è confermato dal confronto della performance operativa con e senza l'effetto valutario: dal 2020, in termini di corone norvegesi, l'utile operativo è aumentato del 30%; in termini di dollari USA, invece, è completamente invariato, così come il prezzo delle azioni.

L'aspetto interessante di questa situazione, quindi, è che oltre a una valutazione ai minimi decennali, offre una scommessa sulla valuta norvegese — percepita da alcuni osservatori come ingiustamente depressa, e che spesso funge da porto sicuro durante le crisi —  e sull'IA in generale, senza esporsi alle valutazioni surriscaldate e ai modelli di business talvolta dubbi che si trovano altrove.

Il consiglio di amministrazione evidentemente la pensa allo stesso modo, avendo annunciato un programma di riacquisto di azioni all'inizio dell'anno. Per gli azionisti di Bouvet, questo si aggiunge a un rendimento sul dividendo del 5%.