MILANO (MF-DJ)--Attorno al dossier Montepaschi la temperatura torna a salire. Se da inizio mese il Tesoro (primo azionista al 64%) ha impresso un'accelerazione al processo di exit, la Bce ha acceso un faro sul capital plan dell'istituto mentre sul mercato si rincorrono rumor su possibili avvicendamenti al vertice.

Oggi dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione una lettera in cui la Bce chiede chiarimenti sulla strategia finanziaria e, in particolare, sulla tempistica dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi che la banca si è impegnata a sostenere. Nel dettaglio la Vigilanza vorrebbe acquisire una serie di informazioni tecniche sul delicato processo di rafforzamento patrimoniale di cui a Siena si discute ormai da diversi mesi. In base alle ipotesi circolate finora, la banca avrebbe programmato una manovra in due fasi. La prima sarebbe l'emissione entro giugno di un bond AT1 dall'importo di circa 500 milioni. La seconda un aumento di capitale da almeno 1,5 miliardi in cui ovviamente il Tesoro avrebbe giocato un ruolo decisivo.

Roma infatti potrebbe ricorrere all'articolo 32 della direttiva Brrd che rende possibile l'iniezione di fondi pubblici nelle banche per far fronte a carenze di capitale emerse a seguito di uno stress test. In questo particolare caso infatti l'intervento non attiverebbe la procedura di risoluzione, visto che non costituirebbe un vantaggio per l'istituto. Si vedranno oggi quali saranno i paletti posti dalla Bce che potrebbe anche chiedere una rivisitazione della strategia.

Come detto, il responso dell'autorità di Vigilanza si inserisce in settimane particolarmente delicate per il Monte. La roadmap della privatizzazione potrebbe essere definita entro luglio, mese nel quale sono peraltro attesi anche gli esiti degli stress test dell'Eba. Come anticipato venerdì 4 giugno da MF-Milano Finanza, la strada maestra per il Tesoro (assistito da BofA Merrill Lynch e dallo studio Orrick) per accelerare la exit potrebbe articolarsi in due fasi distinte: in un primo momento via XX Settembre passerebbe in blocco la quota a un soggetto privato che, in un secondo momento, cederebbe sul mercato diversi perimetri dell'attivo sia per ottemperare alle richieste dell'Antitrust sia per rendere meno impegnativo il boccone. Qualcosa di simile insomma a quanto fatto lo scorso anno da Intesa Sanpaolo che, dopo la conquista di Ubi Banca, ha ceduto 650 sportelli del gruppo lombardo a Bper per ottemperare agli impegni presi con l'Antitrust. Se sulla soluzione pendono ancora molte incognite (a partire dalla disponibilità di un'ancora tiepidissima Unicredit a subentrare al Tesoro), il progetto è già finito nel radar di diversi intermediari, da Banco Bpm a Bper, dal Mediocredito Centrale alle Poste.

Più nel dettaglio, secondo quanto risulta, il Nord Est sarebbe nel radar del Banco e di Bper, che pure sarebbero disposti a esaminare anche gli asset toscani, mentre Mcc potrebbe farsi carico delle regioni del Sud. In ambienti finanziari è circolato anche il nome di Intesa Sanpaolo, ma l'ipotesi di un intervento di Ca' de Sass appare remota. In ambito strettamente finanziario invece non trova molti supporter l'idea di una mini-Mps che, dopo la privatizzazione, si mantenga autonoma pur rinunciando a tutti gli asset fuori dalla Toscana. L'ipotesi invece ha raccolto il favore di vasti ambienti della politica locale e nazionale e della Fondazione Montepaschi, ex azionista di maggioranza della banca. Nel frattempo il fondo Apollo (unico soggetto in data room) avrebbe manifestato interesse per un ampio perimetro di attività, ma fonti vicine al Mef definiscono la sua proposta come irricevibile.

In attesa che entri nel vivo il processo di cessione, alcune novità potrebbero interessare la governance del Monte. Oggi il timone è nelle mani dell'ad Guido Bastianini, scelto lo scorso anno grazie al decisivo appoggio del Movimento Cinque Stelle e destinato a un'impegnativa convivenza con il presidente Patrizia Grieco. Il banchiere toscano non ha mai considerato la privatizzazione una priorità ma, al contrario, ha accarezzato l'idea di mantenere il più a lungo possibile il Monte sotto l'egida pubblica. Posizioni diverse insomma rispetto a quelle del Tesoro che sia nel precedente governo che, soprattutto, in quello attuale spinge per un rapida uscita dello Stato dal capitale della banca. Proprio l'accelerazione compiuta in queste ultime settimane da via XX Settembre starebbe alimentando l'ipotesi di un avvicendamento al vertice della banca.

fch

(END) Dow Jones Newswires

June 15, 2021 02:11 ET (06:11 GMT)