ROMA (MF-DJ)--Dopo i forti crolli delle ultime due settimane ieri i titoli bancari europei hanno tirato il fiato. Per esempio, Deutsche Bank, che venerdì 24 era caduta dell'8,4%, ha rimbalzato del 6,15% trascinando in territorio positivo l'intero settore.

La bufera è finita? Alcuni indicatori monitorati con attenzione dai trader suggeriscono che forse non è così. Secondo la banca dati Ortex, per esempio, Deutsche Bank ha oggi il 3,28% del flottante in prestito, per un valore di mercato di oltre mezzo miliardo di euro. Queste azioni potrebbero ancora servire per vendere allo scoperto i titoli del gruppo tedesco, come hanno già fatto diversi grandi investitori. È il caso dell'hedge fund londinese Marshall Wace (64 miliardi di dollari di attivi in gestione), che lo scorso 24 marzo ha aperto una posizione corta sullo 0,71% del capitale di Deutsche Bank. Non è detto che si tratti di un caso isolato, visto che le posizioni di entità inferiore allo 0,5% non devono essere dichiarate e dunque sfuggono ai radar del mercato. È tuttavia significativo che nell'ultima settimana il costo medio del prestito titoli sia balzato del 16%, segno di grande attività sulle azioni della banca di Francoforte. La scommessa ribassista si è peraltro rivelata fruttuosa. Secondo una stima pubblicata da Reuters, le posizioni aperte sulle azioni di Deutsche Bank avrebbero già fruttato agli investitori profitti per circa 100 milioni di euro.

Grande attività c'è stata anche sui titoli del Credit Suisse, il gruppo svizzero rilevato domenica 19 da Ubs. Ancora oggi l'istituto presieduto da Axel Lehmann ha il 10,5% del capitale a prestito per un corrispettivo di 321 milioni di azioni. Sebbene non emergano posizioni corte superiori allo 0,5%, è significativo che il costo medio di un prestito titoli sia schizzato del 553% in sette giorni. Anche per Credit Suisse insomma le pressioni ribassiste non sembrano rientrate sebbene la banca sia stata messa in sicurezza dal governo svizzero con un controverso salvataggio.

Nel frattempo chi sta vendendo le azioni delle banche e degli intermediari finanziari italiani? Anche qui gli investitori più attivi, scrive MF-Milano Finanza, sono i ribassisti. Marshall Wace, per esempio, ha aperto posizioni corte su Fineco e sui due gruppi italiani di risparmio gestito Anima e Azimut. Il gruppo fondato e presieduto da Pietro Giuliani è entrato nel radar anche dell'investitore americano Wellington Management (1.400 miliardi di dollari di attivi in gestione), mentre Citadel, hedge fund di Chicago, ha messo nel mirino Banca Generali e Bper. Secondo Reuters, molto attivi in questi giorni sui titoli finanziari europei sarebbero anche Bridgewater (il gestore americano fondato da Ray Dalio, Capital Fund Management, Odey Asset Management e Millennium Management. Complessivamente prima del salvataggio di Credit Suisse i venditori allo scoperto avevano accumulato posizioni ribassiste per oltre 15,7 miliardi contro le banche europee, in base ai dati raccolti da S&P Global Market Intelligence.

Se non si possono escludere nuovi attacchi speculativi dopo quelli della scorsa settimana, gli analisti restano fiduciosi sui fondamentali del sistema finanziario europeo. Secondo gli esperti di Amundi, "i fondamentali delle banche europee sono solidi e gli istituti, compreso Deutsche Bank, hanno livelli di capitale e liquidità superiori ai requisiti normativi. Notiamo", spiegano gli analisti del gruppo francese, "anche che la Bce e le altre banche centrali hanno fornito esplicite rassicurazioni sulla loro disponibilità a far fronte a eventuali carenze di liquidità nel sistema. Inoltre tutti i regolatori europei hanno rassicurato gli investitori bancari che rispetteranno la logica del capitale in caso di risoluzione o fusione, confermando che l'episodio del Credit Suisse è stato un'eccezione", conclude Amundi.

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2808:12 mar 2023


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