Escludendo le poste extra l'utile netto sarebbe di 502,8 milioni. Nel 2021 l'utile netto era stato pari a 525 milioni, ricorda una nota.

L'anno si è caratterizzato per la forte crescita dei ricavi (+19,7%), frutto di un incremento del 21,3% del margine di interesse e del 18,3% delle commissioni e per il forte miglioramento della qualità del credito, con un Npe al 3,2% (da 4,9%) lordo e all'1,4% (da 2%) netto.

Le rettifiche per rischio di credito si attestano a 606,6 milioni, di cui 19,5 milioni legate all'esposizione per cassa verso la Russia. Sul dato complessivo del quarto trimestre, pari a 271,2 milioni, 60,6 milioni sono riferibili all'ingresso di Banca Carige nel gruppo.

Il Cet1 a fine 2022 è al 13,6% phased-in e al 13,2% fully-phased, ben sopra l'8,47% richiesto dalla Bce con lo Srep.

Il Cda ha deliberato la distribuzione di un dividendo unitario in contanti di 12 centesimi, il doppio rispetto a quello sul 2021.

Per ciò che riguarda la prevedibile evoluzione della gestione la banca, in un contesto caratterizzato dall'elevata inflazione e dalle tensioni geopolitiche per la guerra in Ucraina, proseguirà nell'attività di derisking con l'attesa cessione di due portafogli di crediti Utp e vede una posizione di capitale su livelli elevati.

(Gianluca Semeraro, editing Claudia Cristoferi)