L'annuncio questa mattina dei target del piano, che include gli effetti di alcune operazioni straordinarie, tra cui la recente acquisizione di Carige, non è riuscito tuttavia a placare i timori del mercato su tutto il settore bancario italiano travolto da un'ondata di vendite all'indomani dell'annuncio delle Bce sul percorso di stretta monetaria.

Poco prima delle 16,00 il titolo Bper perde il 13,6%, con un movimento solo in parte spiegabile con le prese di profitto dopo le performance superiori al settore registrate dalla banca modenese negli ultimi mesi. E questo nonostante i target del piano siano stati sostanzialmente apprezzati dagli analisti, anche se qualcuno li definisce "aggressivi".

"Riteniamo che il piano sia ben congegnato e preveda un elevato ritorno del capitale, oltre a numerose iniziative per migliorare la redditività", commenta in una nota Citi ricordando le elevate quotazioni raggiunte dal titolo in vista della presentazione del piano.

Dall'inizio del secondo trimestre, Bper ha accumulato un rialzo di quasi il 23%, escludendo la seduta odierna, contro un calo dell'1% circa dell'indice del settore bancario italiano.

Lo stesso AD Piero Luigi Montani, alla richiesta di un commento sull'andamento di borsa, ha ricordato la recente corsa del titolo.

Quanto al piano, "è molto completo, non comune, con più motori di crescita e tocca parecchi ambiti e diverse aree di business", ha detto Montani.

M&A IN PAUSA, FOCUS SU INTEGRAZIONE CARIGE

L'AD ha sottolineato il salto dimensionale registrato dal gruppo, sostenuto dal primo azionista Unipol, grazie ad una serie di operazioni straordinarie, prima fra tutte l'acquisizione dei 620 sportelli Ubi l'anno scorso.

Con l'ultima operazione Carige, Bper ha raggiunto attivi per circa 160 miliardi dai 71 circa del 2017 diventando la quarta banca italiana per asset.

Bper, vista dal mercato come nuovo polo aggregante nel processo di consolidamento bancario, non intende tuttavia fare altre acquisizioni al momento e si concentra sulla realizzazione del piano e sull'integrazione di Carige, ha precisato Montani.

Entro la fine dell'anno Bper dovrà completare il processo di integrazione con la banca ligure per potere usufruire delle Dta valutate intorno a 400 milioni. Il piano prevede sinergie per un totale di 155 milioni lordi metà delle quelli dovrebbe realizzarsi nel 2023.

FORTE SPINTA DA COMMISSIONI, CESSIONI ASSET NON STRATEGICI

Il piano industriale si basa sul potenziamento delle fabbriche prodotto e dei relativi ricavi commissionali, sull'accelerazione del derisking e sull'efficientamento dei costi, oltre che sulle sinergie realizzabili con l'operazione Carige.

In particolare il target sui ricavi netti al 2025 è di 4,37 miliardi da 3,38 miliardi del 2021, con una crescita delle commissioni nette a circa 2,18 miliardi da 1,64 miliardi dell'anno scorso.

Sul derisking Bper punta a un Npe ratio lordo del 3,6% al 2025 e comunque inferiore al 4% su tutto l'arco di piano grazie anche alla prevista cessione della piattaforma di gestione degli Npl, insieme ad un portafoglio di crediti deteriorati di almeno 2,5 miliardi.

Tra le altre operazioni straordinarie, oltre alla cessione delle attività di merchant acquiring, già concordata con Nexi, Bper ha messo in cantiere il deconsolidamento di Sardaleasing e della società di noleggio di lungo termine Sifà.

Le cessioni di asset non strategici consentiranno di liberare capitale per oltre 500 milioni.

CHIUSURA 600 SPORTELLI

Sul fronte dei costi il piano del gruppo prevede il ridimensionamento di circa il 29% della rete di filiali attraverso la chiusura di circa 600 sportelli entro il 2024, di cui 140 già realizzate.

In termini di forza lavoro sono previsti "interventi che consentono di liberare circa 3.300 risorse, consentendo al contempo il rafforzamento di managerialità e competenze grazie a 1.450 nuove assunzioni", si legge nella nota.

Il target di cost/income ratio è inferiore al 58% al 2025 dall'attuale 62%.

(Andrea Mandalà, editing Sabina Suzzi)