A pesare sui mercati è la chiusura debole di Wall Street, zavorrata dai risultati trimestrali negativi di Target così come dai timori sull'inflazione globale, l'impatto della politica di Pechino contro la nuova ondata di casi covid e la guerra in Ucraina.

Intorno alle 09,40 il FTSE Mib perde 1,3%.

Tra i titoli in evidenza:

Assicurazioni Generali è tra i migliori titoli del listino principale e guadagna 0,8% dopo aver registrato un calo inferiore al previsto dell'utile netto del primo trimestre dopo svalutazioni sugli investimenti in Russia per 136 milioni di euro. Secondo gli analisti di Jefferies, il gruppo sta facendo registrare una performance molto positiva e sembra "non essere influenzato dalla lotta di potere intorno al Cda."

Il settore bancario risente invece della generale debolezza dei mercati: Bper arretra di 2,1%, UniCredit cede 0,8%, Intesa Sanpaolo perde 1,6%, mentre Banco Bpm segna -1,3%. Anche Finecobank è in calo (-1,4%) e non pare giovare troppo dell'upgrade di Deutsche bank a "buy" da "hold."

Male anche l'automotive: Iveco e Stellantis perdono 2,9% circa, Cnh 3% e Pirelli 2%.

Il settore energetico è invece una delle poche note positive stamane, sostenuto dai prezzi del greggio, che salgono per via dei timori circa l'offerta globale e le speranze che un allentamento delle misure anti-covid a Shanghai possa alimentare la domanda. Eni prende 0,1%, Saipem rimbalza dal calo di ieri e guadagna 0,2%, mentre Saras spicca con un +2,5%.

Bene anche Leonardo, che sale di 1,2%: secondo un'indiscrezione stampa, il gruppo, insieme a Eni, Cineca e Iit, sarebbe in prima fila in un mega piano che punta a dare all'Italia una rete di supercomputer con una capacità iniziale di 300 petaflop, dove un petflop corrisponde a un milione di miliardi di operazioni al secondo.

Anche il titolo della società di cybersecurity Cybergo prende il 2,4%.

Ivs Group sale di 1,4% dopo un balzo iniziale dovuto all'indiscrezione stampa secondo cui il gruppo si avvierebbe nei prossimi giorni a chiudere l'operazione di aumento di capitale fino a 186 milioni di euro a sostegno dell'acquisizione di Liomatic e Gesa.

(Federico Maccioni, editing Stefano Bernabei)