Il prezzo delle sue azioni è sceso al livello di dieci anni fa. Con un multiplo di diciassette volte gli utili, la sua capitalizzazione di mercato è ai minimi da quindici anni.

Naturalmente, ci sono le conseguenze della pandemia, durante la quale i distributori hanno accumulato scorte che poi hanno faticato a vendere; il recente avvertimento delle autorità sanitarie statunitensi sui rischi di cancro associati a un consumo di alcol anche molto occasionale; e i cambiamenti più strutturali nelle abitudini di consumo, in particolare tra i giovani.

Inoltre, come abbiamo scritto in precedenza, la diversificazione di Brown-Forman verso il rum, il gin e la tequila non ha dato i risultati sperati, mentre un aggiustamento delle valutazioni è apparso come una reazione legittima agli eccessi del passato, che riflette le aspettative irragionevoli degli investitori.

A ciò si aggiunge una nuova fonte di preoccupazione: l'evidente sovraccapacità dell'offerta sul mercato del whisky, con un possibile squilibrio tra le due — la crescita della prima avendo finito per superare quella della seconda.

L'equazione è la seguente: il whisky deve invecchiare in botte prima di essere venduto, in genere tra i tre e i cinque anni per i marchi entry-level, o tra i dieci e i venti anni per i livelli più elevati di qualità e raffinatezza. Ciò significa che l'offerta richiede necessariamente del tempo per adeguarsi all'aumento della domanda.

Storicamente, le scorte di whisky rappresentavano circa cinque anni di consumo. Tuttavia, da quando i produttori hanno raddoppiato gli sforzi per soddisfare l'entusiasmo dei consumatori per il liquido dorato, le scorte complessive rappresentano ora dodici anni di consumo, un record assoluto.

In queste condizioni, sarà difficile per Brown-Forman e i suoi omologhi raggiungere gli obiettivi di margine e di crescita fissati dagli investitori. Il gruppo di Louisville, che ricava la maggior parte delle vendite dai suoi marchi di whisky, è quindi fortemente esposto, come dimostra l'erosione dei suoi margini nell'ultimo decennio.

Queste circostanze rendono sempre più urgente la necessità di una diversificazione.