COMUNICATO STAMPA

Andamento gestionale al 30 settembre 2022

  • Dopo tre trimestri le quantità vendute di cemento e calcestruzzo preconfezionato sono diminuite rispettivamente del 6,2% e del 2,8%
  • Buon livello di attività in Europa Centrale, domanda stabile in Stati Uniti d'America, contrazione del mercato in Italia ed Europa Orientale, in particolare Ucraina a causa del conflitto in corso
  • Deciso aumento dei prezzi di vendita in tutti i mercati di presenza, spinto da un'inflazione duratura, galoppante e insostenibile nel breve termine
  • Ricavi netti consolidati nei primi nove mesi pari a 3.004 milioni (nel 2021: 2.542 milioni)

Dati Consolidati

Gen-Set 2022

Gen-Set 2021

22/21

Vendite di cemento

t/000

21.915

23.361

-6,2%

Vendite di calcestruzzo

m3/000

8.801

9.049

-2,8%

Ricavi netti

€/m

3.004,0

2.541,7

+18,2%

Set 22

Dic 21

Var.

Posizione finanziaria netta

€/m

328

236

92

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per esaminare sinteticamente l'andamento economico da gennaio a settembre 2022 e la posizione finanziaria netta alla fine del terzo trimestre.

Durante il trimestre estivo i volumi di vendita realizzati dal gruppo hanno mostrato uno sviluppo negativo, in linea con il generalizzato rallentamento della domanda nelle principali aree di presenza. La dinamica è stata particolarmente debole in Italia ed Europa Orientale, Ucraina in particolare, mentre negli Stati Uniti il rallentamento è stato più contenuto e riconducibile anche a ragioni operative. In Europa Centrale, al contrario, i volumi di vendita hanno registrato un progresso. Tali dinamiche hanno condotto a un calo dei volumi di vendita a livello consolidato nei primi nove mesi del 2022, sia come cemento (-6,2%) che come calcestruzzo preconfezionato

(-2,8%). Il rafforzamento dei prezzi di vendita, invece, si è decisamente confermato anche nel terzo trimestre, in tutti i mercati di presenza.

L'indebolimento del quadro congiunturale, già evidenziato nel corso del primo semestre, è proseguito nei mesi estivi, sia nelle economie mature che in quelle emergenti. A gravare sull'evoluzione del ciclo economico internazionale sono stati diversi fattori: inflazione eccezionalmente elevata, peggioramento generalizzato delle condizioni finanziarie, incertezza legata al conflitto in Ucraina, indebolimento dell'attività in Cina, oltre a perduranti tensioni sulle catene globali di approvvigionamento. Il rallentamento della domanda globale nel corso del terzo trimestre avrebbe provocato da un lato una contrazione del commercio internazionale, dall'altro una marginale distensione nelle catene di fornitura e un allentamento delle condizioni sul mercato dei noli marittimi. Nonostante tali dinamiche, il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente confermato le previsioni sulla crescita del PIL globale (+3,2%), già formulate in luglio. Per il 2023, invece, le previsioni scontano un marcato rallentamento del ciclo economico e una conseguente revisione al ribasso delle stime di crescita del PIL.

In Stati Uniti, durante il secondo trimestre, la crescita del PIL è stata ancora negativa, riflettendo la contrazione degli investimenti e della spesa pubblica, in un contesto caratterizzato da condizioni del mercato del lavoro che sono rimaste comunque favorevoli. La debolezza dell'attività economica si è protratta anche durante i mesi estivi, con una contrazione particolarmente evidente nei servizi. L'inflazione è leggermente diminuita, portandosi in settembre all'8,2%, ma le aspettative rimangono comunque elevate. Per l'anno in corso, sulla base di recenti stime, la crescita del PIL è stata rivista al ribasso (+1,6%).

Nell'area euro, dopo essere cresciuta nella prima parte dell'anno, sostenuta dalla ripresa degli investimenti e dei consumi delle famiglie, l'attività economica avrebbe ristagnato durante il terzo trimestre, risentendo chiaramente degli ulteriori rincari delle materie prime energetiche e dell'accresciuta incertezza connessa al protrarsi della guerra in Ucraina. In luglio la produzione industriale ha subito una evidente battuta d'arresto, seguita in agosto da un parziale recupero. L'inflazione ha fatto registrare un nuovo massimo in settembre, portandosi al 9,9%, principalmente a causa della crescita eccezionale dei prezzi dei beni energetici. Secondo le recenti proiezioni della BCE, il PIL dell'area crescerà del 3,1% nel 2022, in leggero rialzo rispetto alle stime precedenti, mentre nel 2023 la crescita sarà solo dello 0,9%, a causa delle tensioni sulle forniture energetiche, della dinamica dei prezzi ancora elevata e del deterioramento della fiducia.

In Italia, sulla scia di quanto accaduto nell'area euro, l'attività economica ha beneficiato di una dinamica espansiva nel corso del secondo trimestre, grazie al miglioramento del quadro epidemiologico e all'incremento degli investimenti. Nel terzo trimestre, si stima che il PIL si sia marginalmente ridotto rispetto ai mesi precedenti. In settembre, l'inflazione ha toccato il 9,4%, alimentata principalmente dalla componente energia. Sulla base delle stime più recenti,

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caratterizzate comunque da evidenti rischi ribassisti, il PIL è previsto in crescita del 3,3% nel 2022 e in rallentamento (+0,3%) nel 2023.

Per quanto riguarda le economie emergenti, in Cina i lockdown che hanno riguardato alcuni dei principali centri produttivi in primavera, oltre alla crisi del settore immobiliare, hanno indebolito l'attività economica.

In Russia, a causa della guerra e delle sanzioni internazionali, il PIL si è contratto anche se tale calo è stato meno evidente rispetto alle aspettative iniziali, grazie alla tenuta delle esportazioni energetiche.

In Messico, nonostante l'elevata inflazione, la politica monetaria restrittiva, i timori per una recessione negli Stati Uniti e le continue strozzature nelle catene di approvvigionamento siano tutti fattori di rischio ribassisti, le prospettive sull'attività economica rimangono positive, grazie all'andamento favorevole della produzione industriale, delle esportazioni, delle rimesse e dell'occupazione.

In Brasile, le aspettative di crescita per l'anno in corso sono nel complesso positive, nonostante permangano alcuni rischi al ribasso legati essenzialmente all'elevata inflazione, all'inasprimento della politica monetaria e ai prezzi delle materie prime.

La Federal Reserve, in luglio e settembre, ha ulteriormente rialzato i tassi di interesse, confermando la necessità di mantenere un orientamento fermamente restrittivo fino a quando l'inflazione non si riassesterà in linea con l'obiettivo. Anche la BCE ha rialzato i tassi con l'obiettivo di contrastare le pressioni inflazionistiche e assicurare un rientro entro valori coerenti con l'obiettivo di stabilità dei prezzi. Nelle economie emergenti, invece, gli orientamenti sono stati più eterogenei: in Cina e Russia le autorità monetarie hanno allentato i tassi al fine di sostenere la domanda, mentre in Brasile e in Messico l'orientamento ha continuato a essere restrittivo.

Durante il trimestre estivo, i corsi petroliferi, risentendo del peggioramento delle prospettive nelle maggiori economie e del rallentamento della domanda in Cina, sono rientrati su livelli antecedenti la guerra in Ucraina, pur mantenendosi elevati. Il prezzo del gas naturale, invece, dopo aver toccato il massimo in agosto è sceso in ottobre, in un contesto molto volatile. I futures sul gas naturale indicano che il prezzo si manterrà elevato per tutto il prossimo anno, a causa dei rischi legati alle incertezze sull'approvvigionamento.

Le vendite di cemento e clinker del gruppo, nei primi nove mesi del 2022, si sono attestate a 21,9 milioni di tonnellate, in diminuzione del 6,2% rispetto al precedente esercizio. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso con un rallentamento più contenuto a quota 8,8 milioni di metri cubi (-2,8%). L'effetto prezzi in valuta locale ha mostrato un andamento molto favorevole in tutti i mercati di presenza.

Il fatturato consolidato è stato pari a 3.004 milioni, in aumento del 18,2% rispetto ai 2.542 milioni nel 2021. Le variazioni nei tassi di cambio hanno inciso positivamente per 160,9 milioni. A parità di perimetro e cambi costanti, il fatturato sarebbe aumentato del 11,9%.

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La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.

milioni di euro

30/09/2022

30/09/2021

∆ %

∆ % lfl

Italia

541,5

453,1

+19,5

+19,5

Stati Uniti d'America

1.191,0

961,5

+23,9

+10,2

Germania

607,7

529,5

+14,8

+14,8

Lussemburgo e Paesi Bassi

169,4

147,5

+14,9

+15,3

Rep. Ceca e Slovacchia

152,0

132,2

+14,9

+10,5

Polonia

110,5

93,2

+18,5

+23,8

Ucraina

47,5

92,3

-48,5

-48,4

Russia

215,5

158,1

+36,3

+18,4

Elisioni

(31,2)

(25,8)

3.004,0

2.541,7

+18,2

+11,9

Messico (100%)

552,7

500,6

+10,4

-1,1

Brasile (100%)

298,0

186,7

+59,6

+18,7

La posizione finanziaria netta a fine periodo, che comprende anche le attività finanziarie a lungo termine, risulta positiva e ammonta a 327,8 milioni, contro i 235,5 milioni di fine 2021. L'indebitamento netto è passato da 16,8 milioni a fine 2021 a una posizione positiva per 58,7 milioni al 30 settembre 2022. Nel corso del periodo in esame, la società ha sostenuto spese in conto capitale pari a 168,8 milioni (151,7 milioni il corrispondente valore nel 2021), ha destinato 123 milioni di euro all'acquisto di azioni proprie e 72,3 milioni di euro al pagamento dei dividendi.

Italia

Le vendite di leganti idraulici e clinker, dopo l'evidente contrazione già registrata durante il primo semestre, si sono confermate deboli anche nel corso del trimestre estivo, chiudendo i nove mesi in deciso calo. I continui rialzi dei prezzi delle materie prime, energetiche e non, hanno contribuito ad alimentare le incertezze sullo sviluppo degli investimenti privati, con evidenti ripercussioni sul comparto delle costruzioni. Tali dinamiche si sono riflesse sui volumi del settore calcestruzzo preconfezionato, anch'essi in netto calo. I prezzi di vendita, sia nel cemento che nel calcestruzzo, sono ancora aumentati nel corso del terzo trimestre, non riuscendo però a compensare pienamente l'inflazione nei costi di produzione, in particolare della componente energetica.

Nel complesso, il fatturato è aumentato del 19,5%, passando da 453,1 a 541,5 milioni.

Stati Uniti d'America

Nel corso del trimestre estivo, la domanda di cemento si è mantenuta robusta, nonostante le restrittive decisioni di politica monetaria attuate dalla FED abbiano certamente indebolito l'attività nel comparto residenziale. In tale contesto, tuttavia, le nostre vendite di cemento, dopo

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il progresso registrato nel primo semestre, si sono marginalmente contratte nel corso del terzo trimestre, principalmente a causa di alcuni problemi produttivi presso lo stabilimento di Festus (Missouri) e, in settembre, delle criticità logistiche dovute al basso livello delle acque nel fiume Mississippi. Nei primi nove mesi del 2022, quindi, le quantità vendute di cemento hanno registrato un livello analogo a quello dello scorso esercizio. Tali andamenti si sono riflessi anche sulla produzione di calcestruzzo preconfezionato, che ha chiuso con segno sfavorevole anche nel terzo trimestre, ancora penalizzata dalla carenza di personale addetto alla distribuzione. In generale, permangono le difficoltà riguardo alla gestione delle risorse umane, quali elevato turnover, carenza di personale e aumenti salariali, già evidenziati nella relazione semestrale. Per quanto riguarda i prezzi unitari di vendita, essi hanno espresso una buona crescita, sia nel cemento che nel calcestruzzo.

Il fatturato complessivo si è attestato a 1.191,0 milioni di euro, in aumento del 23,9% rispetto ai 961,5 milioni realizzati nello stesso periodo del 2021. Il rafforzamento del dollaro (+11,1%) ha influenzato la traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 10,2%.

Europa Centrale

In Germania, i volumi di vendita hanno confermato un andamento espansivo anche nel corso del trimestre estivo, supportati dalle condizioni meteo favorevoli e dalla tenuta dell'attività nel comparto delle costruzioni. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, nonostante un terzo trimestre in rallentamento, ha chiuso i nove mesi in progresso. Il miglioramento dei prezzi di vendita è stato diffuso e significativo.

Il fatturato è cresciuto del 14,8%, attestandosi a 607,7 milioni (529,5 milioni nel 2021).

In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento, comprese le esportazioni, hanno marginalmente rallentato nel corso del terzo trimestre, penalizzate da un generalizzato indebolimento della domanda, chiudendo i primi nove mesi dell'anno sugli stessi livelli del 2021. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha continuato a esprimere un buon progresso, sia nel trimestre estivo sia nel complesso dei nove mesi. Entrambe le aziende hanno registrato una buona crescita dei prezzi di vendita, grazie al tentativo di trasferire a valle gli aumenti di costo dovuti alla elevata inflazione.

Il fatturato si è attestato a 169,4 milioni, in aumento del 14,9% rispetto al 2021 (147,5 milioni).

Europa Orientale

In Repubblica Ceca, il rallentamento dell'attività nel settore delle costruzioni, già in parte rilevato nel corso del secondo trimestre, si è confermato anche durante i mesi estivi, comunque penalizzati dal difficile confronto con lo stesso periodo dello scorso esercizio. Nel complesso dei nove mesi, quindi, i volumi di vendita hanno chiuso a un livello inferiore rispetto al 2021, ma con

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Buzzi Unicem S.p.A. published this content on 08 November 2022 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 08 November 2022 15:33:03 UTC.