MILANO (MF-DJ)--Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno obiettivi comuni: rafforzarsi nel capitale delle Generali, come stanno facendo da tempo per blindare la compagnia assicurativa e metterla al riparo da eventuali mire estere ( Axa? Allianz?), valutarne la strategia manageriale e, in caso, a tempo debito intervenire.

L'investimento dell'industriale milanese dell'occhialeria (4,84%) e del costruttore editore romano (5,65%), scrive MF, vale complessivamente 2,65 miliardi, anche grazie al rimbalzo del titolo del Leone di Trieste che dai minimi di marzo 2020, 10,49 euro, è risalito ora sopra la soglia dei 16 euro. Ma l'aspetto finanziario è e resta secondario, seppure dal gruppo guidato dal ceo Philippe Donnet arrivino dividendi ai soci.

La vera partita è strategica e industriale: riguarda le nomine, le poltrone e il futuro assetto di governance. Perché nella primavera del 2022 andrà in scadenza l'attuale consiglio e anche a Trieste, così come è stato per il primo azionista Mediobanca, la lista di candidati verrà redatta proprio dal cda uscente. Un processo che richiederà del tempo, parecchi mesi, anche otto o nove. Per questo va preparata con calma e cura nei minimi dettagli tra comitati, riunioni periodiche, valutazioni di advisor finanziari e cacciatori di teste chiamati a scandagliare i profili dei possibili candidati. Una novità, come detto, per la compagnia assicurativa ma anche per i suoi soci privati, in particolare per i due più significativi, Caltagirone e Del Vecchio, che tra l'altro con ogni probabilità da qui in avanti incrementeranno ancora la loro partecipazione nel capitale delle Generali, magari contando sull'apporto di «nuovi» alleati. In tal senso va detto però che sia i Benetton (3,98%) sia i Boroli-Drago (1,45%) sono fermi sulle rispettive posizioni e non sembrano intenzionati a rafforzarsi con nuovi acquisti.

red

MF-DJ NEWS

0408:03 mar 2021

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