Lo affermano fonti del settore assicurativo.

Le nuove polizze e i nuovi rinnovi ora specificano termini come "malattia trasmissibili" o "microrganismi" - elementi assenti dalle attuali polizze, e che hanno portato a un'ondata di cause legali finora vinte dai gruppi assicurativi nella gran parte dei casi.

Una clausola d'esclusione redatta da Lloyd's Market Association, per esempio, afferma che gli assicuratori non copriranno alcun reclamo "direttamente o indirettamente proveniente da, attribuibile a, o avvenuto contemporaneamente o in ogni sequenza con una malattia trasmissibile".

Un'altra clausola, sfruttata da Farmers Mutual Hail Insurance Company of Iowa, esclude le perdite provenienti "dal timore o dalla minaccia", "reale o percepita" di una malattia trasmissibile o "di ogni azione di controllo, prevenzione, soppressione" della malattia.

Alcune società - come The Cincinnati Insurance Cos, divisione di Cincinnati Financial Corp - non hanno aggiunto esclusioni, poiché l'attuale linguaggio delle polizze chiarisce che le pandemie non sono coperte.

Cincinnati è stata citata in 149 cause per rifiuto d'indennizzo, seconda solo a Hartford Financial Services Group , a quota 222 cause, seguita da Chubb Ltd, che conta 64 cause e da American International Group, con 38 processi, secondo i dati raccolti dall'Università della Pennsylvania Law School.

Gli avvocati dei querelanti stanno continuando a richiedere l'applicazione della copertura. Se agli assicuratori fosse richiesto di coprire le perdite subite dai clienti a causa della pandemia, potrebbe dover sopportare un costo fino a 431 miliardi di dollari al mese, secondo un'associazione di settore. Tuttavia, alcuni critici hanno considerato questi dati come inflazionati.

Le imprese statunitensi colpite dalla pandemia hanno presentato circa 1.500 cause contro gli assicuratori che hanno respinto i reclami d'indennizzo, secondo l'indice UPenn che monitora i contenziosi.

I giudici hanno archiviato casi a favore degli assicuratori in circa l'81% delle 205 cause statali e federali decise finora. Tuttavia, solo tra le decisioni statali, gli assicuratori hanno perso circa il 65% dei casi in cui le polizze non presentavano esclusioni per il virus e anche il 43% dei casi in cui erano presenti esclusioni, secondo Tom Baker, professore di UPenn Law.