MILANO (MF-DJ)--Una percentuale sempre più consistente della remunerazione variabile dei vertici Enel dipenderà dalla riduzione del gender-gap. Nel Piano di incentivi a lungo termine 2021 è già comparso un nuovo obiettivo di performance, con un peso del 5% del totale, legato alla presenza femminile nei piani di successione manageriale a fine 2023. Ma è, appunto, solo un primo passo, perché l'attenzione al tema sarà crescente.

Il presidente di Enel, Michele Crisostomo, lo ha ribadito a Milano, dove è in corso il Women's Forum G20. In questa intervista con MF-Milano Finanza spiega obiettivi e strumenti in campo, e come la transizione energetica può favorire la parità.

Domanda. Da quali numeri parte oggi Enel?

Risposta. Dal 2017 c'è stata una crescita costante nel trend, fino ad arrivare nel 2020 al 44% di donne coinvolte nei processi di selezione. La sfida di Enel, attraverso un indicatore chiave di performance comunicato al mercato, è arrivare al 50% già quest'anno. Riteniamo che per il nostro settore sia un target serio e credibile. Poi ovviamente varranno i criteri di merito, ma l'importante è azzerare i pregiudizi nelle procedure di assunzione. L' obiettivo è il pieno equilibrio di genere sotto ogni profilo nell'organizzazione di gruppo. Questo vale in particolare per le posizioni di responsabilità. Vogliamo una percentuale più alta di donne manager e middle manager, già cresciute del 6% tra 2019 e 2020, criteri per la composizione equilibrata dei piani di successione, e azioni per influire sul gender pay-gap.

D. La presenza geografica così estesa è un ostacolo?

R. L'obiettivo riguarda tutti i 31 Paesi nei quali Enel è presente, compresi quelli dove c'è ancora un gap culturale a sfavore dell'occupazione femminile. Anzi, qui faremo uno sforzo ancora maggiore. Continueremo a favorire ovunque lo sviluppo di programmi che incentivino l'accesso a facoltà e professioni Stem da parte delle giovani donne. Va ricordato che partiamo da una situazione di svantaggio perché essendo il nostro un settore a forte valenza tecnologica, risentiamo del fatto che le discipline Stem sono ancora frequentate in prevalenza da uomini. Per questo siamo passati ad azioni concrete e negli ultimi 4 anni abbiamo raggiunto circa 10 mila studentesse, coinvolgendo anche centri di ricerca. Non deve esserci preclusione verso queste discipline. Tanto più adesso: la transizione energetica richiederà una cultura tecnico-scientifica sempre più integrata con la dimensione umanistica.

D. Intende dire che emergeranno nuove professioni?

R. Sì, e non possiamo certo lasciare indietro le donne. La transizione energetica è un cambiamento storico verso un'economia a zero emissioni nette, la carenza di personale qualificato può rallentarla: per dispiegarne appieno il potenziale bisogna attingere a un bacino più ampio di talenti, in particolare a quello femminile.

fch

(END) Dow Jones Newswires

October 19, 2021 02:39 ET (06:39 GMT)