MILANO (MF-DJ)--In Italia c'e' un bacino di 661 mid-cap non quotate con un potenziale di oltre 150 mld euro di nuove emissioni obbligazionarie. Queste imprese - tutte investment grade secondo Cerved Rating Agency - potrebbero fare ricorso al mercato dei capitali per sostenere gli investimenti necessari alla crescita organica e finanziarie le operazioni di M&A. A questo si aggiunge la possibilitá di ottimizzare ulteriormente la propria struttura finanziaria sostituendo parte del debito bancario a breve termine con debito obbligazionario a medio/lungo termine per circa 15 mld euro. E' quanto emerge dalla ricerca "Il potenziale di emissioni obbligazionarie per le Mid Cap non quotate" presentata da Cerved Rating Agency ed Equita.

"Il potenziale di offerta che emerge dallo studio - afferma Fabrizio Negri, a.d. di Cerved Rating Agency - incrocia condizioni di domanda e di contesto particolarmente propizie per proseguire quella crescita della componente obbligazionaria che per le nostre imprese rappresenta ancora solo il 2% del Pil, cioè quasi la metá della media europea. Il PNRR è destinato ad abilitare una straordinaria stagione di investimenti; le imprese italiane potranno finanziarli aggiungendo agli schemi di finanza pubblica e al tradizionale canale bancario anche il ricorso al mercato obbligazionario. A questo ultimo il rating assicurerá supporto nelle politiche di gestione della portfolio selection e del mercato secondario".

"Negli ultimi anni Equita ha promosso il concetto di Corporate Bond Italia, un prestito obbligazionario bullet del controvalore compreso tra 100 e 300 mln euro, distribuito a investitori istituzionali e al retail in Italia tramite la piattaforma MOT di Borsa Italiana, la stessa che viene utilizzata regolarmente dal Ministero del Tesoro per l'emissione dei BTP e dalle banche per collocare le proprie obbligazioni", afferma Marcello Daverio, Responsabile Capital Markets Advisory di Equita. "Grazie al contributo di Cerved Rating Agency il Corporate Bond Italia potrá ora essere utilizzato anche da societá non quotate di medie dimensioni, non piú solo da societá di medie dimensioni quotate, per supportare le proprie strategie di crescita".

"In base alle analisi effettuate e in considerazione delle opportunitá offerte dal mercato, è evidente come le imprese italiane si trovino di fronte a un'importante sfida evolutiva che trova nella propria strategia finanziaria una delle principali leve competitive", ribadisce Agostino Scornajenchi, Presidente ANDAF. "Gli strumenti evoluti di finanziamento, fino a oggi sostanzialmente appannaggio dei grandi emittenti quotati, risultano perfettamente accessibili anche alle imprese non quotate che, sulla base di un'attenta valutazione dei propri rating, possono affacciarsi al mondo dei prestiti obbligazionari per sostenere i propri progetti di investimento e sviluppo. Si tratta quindi di una sfida che i Cfo sono pronti a cogliere, favoriti dagli attuali outlook economici favorevoli e dalla spinta propulsiva che le ingenti risorse economiche europee stanno sostenendo nel nostro tessuto produttivo e imprenditoriale".

Secondo la ricerca, il mercato italiano dei corporate bond è in crescita: nel 2020 ha raggiunto i 31 mld euro con un tasso di crescita CAGR del 32,9%. La dimensione è tuttavia ancora ridotta: rappresenta solo il 2% del Pil nazionale contro una media del 3,8% in Europa, per un valore complessivo di circa 500 mld. La spinta alla crescita dei corporate bond è data anche dalle migliori condizioni di finanziamento e dal significativo calo del costo medio del debito emesso negli ultimi 3 anni (-100 punti base) che ha toccato l'1,8%. Un dato raggiunto grazie a una maggiore liquiditá nei depositi bancari e al miglioramento del profilo di rischio dell'Italia.

La crescita dei corporate bond è poi stata incentivata dal Governo italiano, che ha stimolato l'impiego del risparmio delle famiglie verso le aziende italiane introducendo importanti benefici fiscali (come l'azzeramento delle imposte sul capital gain e delle imposte di successione) per strumenti come PIR e PIR Alternativi che prevedono soglie minime di investimento in PMI. A supporto delle nuove emissioni di bond esiste anche un'altra opzione strategica per le imprese, ovvero la crescita per linee esterne (M&A). Nel primo semestre del 2021 il controvalore dei deal è stato pari a 42 mld (+88% rispetto al primo semestre 2020) e secondo le stime di KPMG dovrebbe superare i 90 mld per l'intero anno (+109% rispetto al 2020).

Cerved Rating Agency ha selezionato le imprese non finanziarie italiane e non quotate con Ebitda pari a 20 mln, indice Pfn/Ebitda a 4 volte, tra quelle con un rating outstanding emesso da CRA. Sono state individuate 736 imprese: di queste, 661 con un rating Investment Grade, compreso nella scala di rating dell'Agenzia tra le classi A1.1 a B1.2, dimostrano alto potenziale di emissione. Queste societá presentano condizioni finanziarie anche piú vantaggiose rispetto agli emittenti giá quotati di dimensione comparabile, avendo un rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda sensibilmente piú basso (0,75 contro 2,73). Per queste 661 mid-cap eccellenti il potenziale di emissioni derivante da un'eventuale conversione del debito bancario ammonterebbe a 15 mld euro.

Se invece si valuta il potenziale aumento del debito - considerando quanto sarebbe sostenibile data la struttura finanziaria delle mid-cap - il potenziale di emissione di debito aggiuntivo salirebbe a 158 mld euro.

I maggiori beneficiari dei 158 mld di emissioni obbligazionarie sono nel settore manifatturiero con un importo superiore ai 115 mld e nei servizi con 21 mld. Di questa opportunitá i maggiori beneficiari sono le imprese con fatturato compreso tra 100 e 250 mln (33,83%), tra 250 e 500 mln (22,83%) e tra 500 mln e 1 mld (16,03%). La ricaduta a livello geografico è concentrata nel nord-ovest con 297 imprese e 68,8 mld euro, nel nord-est con 220 imprese e 48,7 mld, nel centro con 102 imprese e 32,6 mld, nel sud con 38 imprese e 6,2 mld di euro e nelle isole con 4 imprese e 1,3 mld.

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October 27, 2021 09:01 ET (13:01 GMT)