Il braccio quotato del gruppo CNOOC, sostenuto dallo stato, ha riferito che le sue entrate sono aumentate del 74% anno su anno a 90,9 miliardi di yuan (13,76 miliardi di dollari) nel periodo gennaio-marzo, con un reddito netto in aumento del 132% per raggiungere 34,3 miliardi di yuan, secondo un rapporto della società depositato alla Borsa di Hongkong giovedì.

I prezzi del petrolio realizzati da CNOOC nel primo trimestre sono saliti del 65% rispetto a un anno fa a 97,47 dollari al barile e i prezzi del gas sono saliti del 24% a 8,35 dollari per mille piedi cubici.

Il benchmark globale del petrolio Brent è balzato più del 30% a 105 dollari al barile dall'inizio dell'anno, alimentato dai timori per l'interruzione delle forniture in assenza di carichi dalla Russia.

Si prevede che la continua scarsità di rifornimenti sostenga i profitti dei raffinatori a livello globale. I margini di raffinazione a Singapore, un bellwether per i profitti delle raffinerie orientate all'esportazione in Asia, hanno raggiunto il massimo storico di 19,12 dollari al barile in aprile, poiché le sanzioni occidentali hanno colpito le forniture russe mentre le scorte globali di petrolio sono ai minimi pluriennali.

La produzione totale netta di CNOOC durante il periodo è stata di 151 milioni di barili di petrolio equivalente (boe), in aumento del 10% su base annua, con la produzione interna che ha guadagnato il 15% e quella d'oltremare che è scesa del 3%.

La Cina ha fissato obiettivi per aumentare la produzione interna di petrolio greggio di 5 milioni di tonnellate e la produzione di gas naturale di almeno 23 miliardi di metri cubi nel 2022, facendo eco all'esortazione del presidente Xi Jinping che "la ciotola energetica della Cina deve essere tenuta saldamente nelle proprie mani".

Reuters ha riferito che CNOOC si sta preparando ad abbandonare le sue operazioni in Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti, a causa delle preoccupazioni di Pechino che i beni possano diventare soggetti a sanzioni occidentali.

L'azienda ha iniziato a negoziare alla Borsa di Shanghai la settimana scorsa dopo essere stata costretta a delistare negli Stati Uniti per motivi di sicurezza nazionale.

($1 = 6,6080 yuan cinese renminbi)