Nonostante un'inflazione ai massimi negli Stati Uniti, che lascia presagire delle strette monetarie imminenti e vigorose da parte della Fed, la BCE distacca nel fine settimana. Non sembra avere fretta di aumentare i tassi. In vista del weekend lungo, nei primi quattro giorni della settimana i grandi indici hanno comunque avuto una buona evoluzione in ordine sparso, rimanendo sempre prudenti dinanzi a una situazione in Ucraina sempre tesa, nonché l'inizio della stagione dei risultati trimestrali che sarà sotto gli occhi attenti di tutti. La maggior parte dei mercati occidentali sono stati chiusi venerdì, e alcuni lo saranno anche lunedì.
Variazioni settimanali*
STOXX EUROPE 600
459.82  -0.25%
Grafico STOXX EUROPE 600
S&P 500
4392.59  -2.13%
Grafico S&P 500
NIKKEI 225
27093.19  +0.40%
Grafico NIKKEI 225
GOLD
1974.40$  +1.53%
Grafico GOLD
LONDON BRENT OIL
110.94  +9.83%
Grafico LONDON BRENT OIL
EURO / US DOLLAR
1.08$  -0.68%
Grafico EURO / US DOLLAR
Top/Flop della settimana
  • Hexatronic (+24%): l'azienda svedese esperta in soluzioni dedicate al mercato della fibra ottica ha pubblicato risultati trimestrali in notevole aumento, facendo salire la quotazione del titolo in settimana.
  • American Airlines (+15%): tutte le compagnie aeree americane hanno goduto di un effetto di trazione di Delta Air Lines, che ha annunciato una perdita più debole del previsto per il primo trimestre 2022, grazie a una forte domanda che ha fatto sì che l'azienda compensasse l'impatto dell'aumento dei costi del carburante.
  • Saab (+15%): il gruppo di difesa svedese gode del contesto dinamico del settore e dell'ordine da 53 milioni di dollari delle forze armate svedesi per modernizzare gli aerei militari JAS Gripen.
  • Leonardo (+12%): come per Saab, il contesto fa la sua parte e la quotazione del titolo gode anche del miglioramento della raccomandazione della Deutsche Bank a "Buy" questa settimana.
  • Aéroports de Paris (+11%): l'operatore di infrastrutture aeroportuali, tra le quali i due principali aeroporti di Parigi (Roissy e Orly), trae beneficio dalle buone prospettive turistiche dell'industria del trasporto aereo, che hanno risvegliato l'appetito per il settore severamente penalizzato dall'epidemia da coronavirus.
  • Wacker Chemie (+10%): le autorità tedesche hanno scelto il gruppo come fornitore dei prodotti basici per la produzione di vaccini in caso di pandemia sul periodo 2024/2029. Wacker investirà 80 milioni di euro in capacità di produzione con il sostegno pubblico. Parallelamente, Barclays ha valutato positivamente l'azienda.
  • CrowdStrike (+9%): una bella settimana per l'azienda americana riconosciuta dall'Ente Federale Tedesco per la sicurezza informatica come fornitore di servizi per la risposta alle minacce informatiche.
  • Delivery Hero (-12%): tempi duri per il titolo del settore della consegna di cibo a domicilio. Bank of America ha declassato il titolo da Neutro a "Underperform" per un prezzo obiettivo di 33 EUR, motivandolo con il brutto segno della diminuzione della fiducia da parte dei consumatori, soprattutto per aziende con modelli di business ancora da individuare.
  • Colruyt (-10%): mercoledì la catena di negozi alimentari del Benelux è fortemente calata sulla scia dei risultati della britannica Tesco, che ha ridotto le previsioni annuali a causa dell'aumento dei costi. La grande distribuzione viene considerata piuttosto difensiva e recentemente ne ha approfittato. Tuttavia, le cifre di Tesco hanno suscitato delle preoccupazioni.
  • Ericsson (- 9%): la società di telecomunicazioni svedese ha riservato una brutta sorpresa ai suoi azionisti, annunciando risultati inferiori alle aspettative sul trimestre. La situazione in Russia non ha per nulla aiutato. Inoltre, il gruppo è sotto la costante minaccia di una grossa multa negli Stati Uniti a causa delle sue attività in Iraq.
  • Deutsche Bank (-7%): la banca tedesca ha sofferto la vendita da parte di Capital Group di una grossa frazione del suo capitale, per un valore di 1,27 miliardi di euro. La gestione americana ha anche venduto azioni di Commerzbank.
Grafico Materie Prime
Materie prime

La paralisi delle trattative in Ucraina, per adesso in una impasse secondo i propositi di Vladimir Putin, ha alimentato la pressione all'acquisto sui mercati petroliferi. In questo contesto, gli operatori temono che l'Unione Europea possa sanzionare duramente il petrolio russo, provocando così una stretta del mercato. Tra l'altro, le autorità cinesi hanno iniziato ad alleggerire le restrizioni per il coronavirus, un punto a favore della domanda di petrolio, suscitando questa settimana una ventata di ottimismo sui prezzi. Sempre nel registro della domanda, l'OPEP ha rivisto al ribasso le previsioni sull'ultimo rapporto mensile, poiché il cartello si aspetta una crescita economica mondiale un po' più debole del previsto a causa degli impatti economici della guerra in Ucraina. Il barile di Brent è quotato a circa 106 USD, contro 104 USD per il WTI.

Anche l'oro ha guadagnato terreno avvicinandosi pian piano alla barra dei 2000 USD, e riuscendovi nonostante l'aumento dei rendimenti delle grandi firme sui mercati obbligazionari. Per quanto riguarda i metalli di base, i prezzi sono globalmente orientati al ribasso a causa del miglioramento della situazione in Cina, dove le autorità si stanno impegnando per sbloccare la congestione delle strutture logistiche, in particolare nei terminal portuali. Il rame è quotato a 10.290 USD, contro i 3200 USD per tonnellata d'alluminio. Invece, lo zinco ha raggiunto un nuovo massimo annuale all'LME, oltre i 4500 USD per tonnellata metrica.

Le materie prime agricole rimangono generalmente positive. A Chicago il grano supera ancora una volta la soglia dei 110 cent per bushel. Le variazioni di prezzo rimangono naturalmente molto legate agli sviluppi del conflitto in Ucraina, la quale ha annunciato che quest'anno la sua produzione annua calerà del 50%.

Grafico Materie Prime
Macroeconomia

Avrete già indovinato che parleremo ancora di politica monetaria. Gli ambienti di Borsa sono ancora un po' scottati dal ritmo dell'aumento dei tassi che la Fed sta per imprimere. Tuttavia, questa settimana hanno trovato un po' di conforto nella pubblicazione dell'inflazione americana un po' meno elevata del previsto. Tutto è relativo, certamente, poiché i prezzi americani continuano a crescere. Ma l'aumento dei prezzi tra febbraio e marzo, al di là di alimenti e combustibile, era un po' meno forte del previsto, contribuendo così a calmare i rendimenti obbligazionari a metà settimana. Ad ogni modo, la calma non è durata. Giovedì il rendimento a 10 anni degli Stati Uniti è risalito al 2,8%.

Il tono piuttosto formale delle banche centrali americane ha contrastato con quello della BCE, che si riuniva giovedì. Christine Legarde e il suo team hanno confermato la conclusione prossima del programma di riacquisto di attività, ma non hanno inasprito la questione dei tassi. L'euro è logicamente arretrato a 1,0792 USD. Rispetto al franco, la moneta unica è quotata a 1,0172 CHF.

Nelle prossime settimane le banche centrali continuano ad avere una pesante responsabilità, dovendo gestire un delicato atterraggio economico senza farsi sfuggire l'inflazione. Quasi la quadratura del cerchio, considerando il ritardo accumulato.

Questa settimana il mercato delle criptomonete è ancora in pugno al Nasdaq. La correlazione tra il prezzo dell'indice dei valori tecnologici americani e quello dei bitcoin non è più da dimostrare. La criptovaluta continua il suo calo intrapreso a inizio mese e torna a gravitare attorno ai 41.000$ nel momento in cui scriviamo queste righe. Uno scenario che, ancora una volta, mette a dura prova i nervi degli investitori. 

La prossima settimana, ci attende un grosso programma macroeconomico: la crescita cinese (lunedì), l'indice Ifo tedesco (mercoledì) e gli indicatori preliminari di attività PMI del mese di aprile (venerdì). Il tutto scandito dagli interventi delle banche centrali, la Bibbia per gli investitori.

Grafico di Prezzo
Per crescere il mercato si è fermato
Con il peggioramento delle condizioni macroeconomiche, le prime pubblicazioni trimestrali si stanno svolgendo sotto occhi molto vigili. La guerra in Ucraina sembra essere diventata una guerra di posizione con le truppe russe che per adesso si stanno concentrando nella regione del Donbass. L'inflazione sale sempre di più ad ogni pubblicazione, obbligando un po' di più la FED ad accelerare la risalita dei tassi. Nonostante tutto, i tassi reali rimangono negativi, sostenendo così le azioni. La percentuale di cash è anch'essa piuttosto elevata, impedendo agli indici di scendere troppo... senza che riescano a salire, per mancanza di catalizzatori. Le prime pubblicazioni dei risultati trimestrali sono un po' sorprendenti, con ad esempio valori finanziari non particolarmente positivi, ma attori ciclici piuttosto effervescenti. Tendenze da confermare per la prossima settimana, con un'agenda bella piena. Questo contesto piuttosto confuso spinge numerosi operatori a rivolgersi ad attività poco sensibili all'inflazione, o che approfittano della situazione. Le aziende con pricing power e capaci di mantenere i loro margini in una fase possibilmente stagflazionistica (scenario sempre più centrale) ne usciranno meglio.
Buon weekend a tutti gli investitori.
*La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì.
La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend.