Le vendite di orologi di lusso sono state fortemente penalizzate dalla pandemia e hanno iniziato solo di recente a risalire. Richemont, il secondo produttore di beni di lusso al mondo, ha riportato una performance migliore della concorrente Swatch grazie alla sua maggiore esposizione al più dinamico settore gioielli.

Richemont non ha fornito un outlook per l'anno e Johann Rupert, presidente e azionista di maggioranza, ha sottolineato in una nota che "volatilità e bassa visibilità probabilmente prevarranno finché non ci sarà l'immunità di gregge" contro il Covid-19.

Gli utili netti di Richemont, che ha sede a Ginevra, sono aumentati del 38% a 1,289 miliardi di euro nell'anno fiscale chiuso a marzo, contro stime di 821 milioni di euro, secondo un sondaggio Refinitiv.

Le vendite sono calate del 5% a cambi costanti e dell'8% a cambi effettivi a 13,14 miliardi di euro, superando anch'esse le attese di 13,02 miliardi grazie a una forte ripresa nell'ultimo trimestre.

Il titolo si muove in forte rialzo in borsa.

Secondo l'analista di Bernstein Luca Solca i risultati sono nettamente superiori al consensus, "grazie alla straordinaria performance dei marchi di gioielleria", Cartier e Van Cleef & Arpels.

Anche i giganti del settore LVMH e Kering hanno registrato un rimbalzo delle vendite nei primi tre mesi del 2021 - equivalenti all'ultimo trimestre di Richemont - soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, stimolato dall'allentamento delle restrizioni contro il Covid-19.

Richemont ha proposto per l'ultimo anno fiscale un dividendo di due franchi svizzeri per ogni azione A dopo averlo dimezzato l'anno scorso, quando imperversava la pandemia di coronavirus.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Roma Stefano Bernabei)