A prima vista l'azienda si distingue dalle concorrenti per i margini decisamente più elevati grazie ai suoi marchi di birra premium e al catalogo di vini e liquori che commercializza.

Percorso operativo e finanziario

Nell'ultimo decennio (2012-2022), il fatturato è cresciuto da 3,5 a 10,2 miliardi di dollari (CAGR dell'11,4%), soprattutto grazie ad acquisizioni. Gli utili in contanti (o free cash flow) sono cresciuti a un ritmo leggermente inferiore, passando da 720 milioni di dollari a 1,7 miliardi di dollari (CAGR dell'8,9%).

Fonte: MarketScreener

Per quanto riguarda l’allocazione del capitale, gli utili in contanti generati complessivamente tra il 2012 e il 2022, pari a 11 miliardi di dollari (inferiori ai 13 miliardi di dollari accumulati di utili GAAP a causa delle spese in conto capitale superiori alle spese operative), sono stati investiti in acquisizioni (al netto di disinvestimenti) per un ammontare di 6 miliardi di dollari, mentre 5 miliardi di dollari sono stati utilizzati in riacquisti di azioni. Inoltre, vi sono stati 3 miliardi di dollari di dividendi, pagati in parte con un ulteriore debito di 7 miliardi di dollari. Anche quest’anno (2022), il management sta riacquistando azioni in modo aggressivo.

Rispetto ai riacquisti di azioni, sono stati effettuati a una valutazione media di circa 20 volte il rapporto EV/EBIT, sia recentemente nel 2022 che durante gli scorsi anni. Alcuni diranno che acquisire azioni a valutazioni così elevate rappresenta un rischio. Tuttavia, finora si è trattato di acquisizioni positive per gli azionisti, poiché il management ha dimostrato una grande efficacia nel far crescere entrate e utili. Continuerà così? Questa è ovviamente la domanda fondamentale.

Nell’ultimo decennio (2012-2021), gli utili in contanti consolidati sono infatti cresciuti con una media di 1 miliardo di dollari all'anno. Considerando i 6 miliardi di dollari netti spesi in acquisizioni, ciò significa un ritorno sull'investimento insolitamente alto di circa il 15%. Si tratta di qualcosa di positivo per qualsiasi acquirente seriale in qualsiasi settore, ma ancor di più nel settore dei beni di largo consumo, dove i rendimenti medi sono in genere molto più bassi.

Fonte: MarketScreener

Riuscire a ottenere tali rendimenti è davvero difficile con una fortissima concorrenza d'acquisto (tutti vogliono acquisire gli stessi marchi) e, ovviamente, è sempre difficile integrare un’operazione di nuova acquisizione senza ridurre i margini. Anche se, nel settore delle bevande, fusioni e acquisizioni hanno sempre avuto un effetto positivo.

Bene, ribadiamo un principio per voi amanti/professionisti della birra e del mercato azionario. Ci sono due modi per creare valore nel settore delle bevande: tramite acquisizioni e tramite il potere di determinazione dei prezzi. Il management ha avuto successo su entrambi i fronti allo stesso tempo: particolarmente intelligenti sono state le proposte di un'offerta di birra di alta gamma (Corona/Modelo/Pacifico) e un'offerta su misura per il pubblico latinoamericano in Nord America.

Corona è un franchising globale che richiede prezzi più alti. Lo stesso vale per i vini: come si suol dire "si vende l'etichetta prima del prodotto", e Constellation Brands lo sa perfettamente.

Benché i mercati di birra e vino in Nord America stiano registrando una crescita nulla o addirittura negativa, Constellation è riuscita a ottenere risultati operativi e finanziari spettacolari. L'azienda non ha mai avuto remore nel cedere i marchi non performanti, e anche di questo gliene riconosciamo il merito.

Un team dirigente competente

Bisogna sottolineare che il management dell'azienda è certamente formato da uno dei migliori team dirigenti del settore. Riguardo a fusioni e acquisizioni, ha mostrato un mix perfetto di difesa e attacco, più aggressivo della gestione troppo conservativa di Molson Coors, che ristagna con un portafoglio senza crescita, e più cauto rispetto alla gestione troppo aggressiva di Anheuser-Busch InBev, alle prese con una leva finanziaria eccessiva. A livello di marketing, è molto intelligente concentrarsi sui segmenti premium, come già detto in precedenza. Sulla carta è un 20/20, nonostante il tema dei buyback azionari lautamente pagati.

Valutazione

Fonte: MarketScreener

Per quanto riguarda la valutazione, a 223 dollari per azione, la capitalizzazione di mercato è di 42,6 miliardi di dollari (utilizziamo la capitalizzazione di mercato al posto dell'enterprise value poiché, trattandosi di un settore difensivo, Constellation non avrà problemi a rifinanziare il suo debito) e il free cash flow annuale disponibile è compreso tra 1,5 e 2 miliardi di dollari. Pertanto, a parità di condizioni e salvo nuove importanti acquisizioni, Constellation è attualmente quotata a una media di 24 volte il free cash flow.

Gli investitori prudenti sosterranno che il valore dell'azienda è molto alto per un'attività difensiva senza crescita se non tramite fusioni e acquisizioni. Probabilmente preferiranno Molson Coors, attualmente a 10 volte il free cash flow. Tuttavia, gli investitori orientati alla crescita potrebbero vedervi un interessante punto di ingresso, poiché si tratta di una chiara scommessa sulla capacità del management di proseguire con la sua strategia orientata alle acquisizioni e agli alti rendimenti.

Se con le prossime acquisizioni la direzione riuscirà a ottenere rendimenti simili (cioè il 15%), le cose andranno bene per gli azionisti. È questa la scommessa su questo prezzo.

Gli investitori nel settore della birra potranno dunque scegliere: i più conservatori preferiranno Molson Coors, mentre quelli più orientati alla crescita e fiduciosi nella magia del management, preferiranno Constellation Brands.