MILANO (MF-DJ)--"La crescita del Pil cinese nei primi 3 trimestri del 2022 è risultata pari al 3% su base annua. A inizio anno le aspettative del governo erano al 5%, previsioni che però sono state messe più volte in discussione in scia alla politica zero-Covid del Paese. E' chiaro che a un certo punto il governo ha deciso che il raggiungimento del target del Pil andava messo in secondo piano rispetto alle criticità sanitarie".
E' questa la prima evidenza che emerge dal report "Cina-Italia, quali prospettive per le imprese", presentato da Alessandro Zadro, responsabile centro studi Iccf, e da Marco Bettin, direttore generale di Iccf, durante l'Italy China Economic Cooperation Forum, evento organizzato con l'obiettivo di agevolare il dialogo tra istituzioni e operatori economici italiani e cinesi.
Sul fronte macroeconomico, Zadro ha spiegato che "la Cina, nel 2022, ha registrato la crescita più lenta dagli anni novanta rispetto ai mercati, ma ovviamente il tutto è legato alla gestione della pandemia, dei lockdown, ai rischi del mercato immobiliare, e anche ai timori esterni tra cui la paura di una recessione globale che ovviamente ha un suo peso sull'export cinese. E' abbastanza evidente che se la domanda esterna è debole, l'interscambio non può giocare il ruolo giocato fino ad oggi".
"Il report", ha aggiunto Zadro, "mostra come dal 2016 ad oggi si può leggere un trend di decrescita degli investimenti cinesi in Europa. Dal lato opposto, i nostri investimenti in Cina negli ultimi 4/5 anni sono stati trainati da pochi Paesi - Germania, Paesi Bassi e Regno Unito tra i principali - e si sono rivolti verso alcuni settori specifici, tra qui il compoarto medico, chimico e automotive. A livello di presenza geografica, nel 2021 risultano direttamente presenti in Italia (attraverso almeno un'impresa partecipata attiva) circa 273 gruppi della Cina Continentale e 162 di Hong Kong".
Le valutazioni rispetto alle convergenze e alle divergenze tra i due Paesi, invece, sono state illustrate da Marco Bettin, il quale ha sottolineato, tra le altre cose, che per le aziende italiane, l'imprenditoria cinese eccelle in elettronica, computer, tessile e Ict ma è più debole nell settore della meccanica, calzature, cibo e bevande. Al contrario, l'imprenditoria italiana eccelle in calzature, farmaceutico, cibo e bevande mentre ha maggiori carenze nel settore minerario, petrolifero e Ict.
Un altro punto importante, sottolineato da Bettin all'interno del Report, è che per l'Italia nel ridefinire le relazioni con la Cina, l'Ue dovrebbe rafforzare la cooperazione diplomatica con partner strategici al di fuori dell'Unione, pur mantenendo stabili relazioni con Pechino; rafforzare la cooperazione sul clima; aumentare gli scambi commerciali. Al contrario, le aziende cinesi, ritengono che il governo dovrebbe valutare una versione del Cai che tenga conto dell'attuale difficile congiuntura economica internazionale; promuovere nuovi scambi culturali e favorire una più profonda cooperazione in attività congiunte di R&S.
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November 24, 2022 05:59 ET (10:59 GMT)