ROMA (MF-DJ)--Le parole di ieri del premier Mario Draghi possono prestarsi a diverse interpretazioni ma una, in particolare, è determinante: "continuità". E' da intendersi come continuità del Governo o della legislatura? La differenza è di non poco conto, visto che la prima ipotesi vede ancora lui a Palazzo Chigi, mentre la seconda lo vedrebbe proiettato verso il Quirinale. E su questo i partiti si mostrano divisi, con M5S, Forza Italia e Lega che gli chiedono di restare dov'è.

Gran parte dell'emiciclo parlamentare vorrebbe in sostanza Mario Draghi ancora premier pur, di converso, non essendoci convergenze su un possibile successore di Sergio Mattarella. "Senza Draghi al Governo del doman non v'è certezza", ha preso atto Matteo Salvini. Silvio Berlusconi si mostra più istituzionale: "grazie alla nostra iniziativa politica abbiamo fatto partire l'esperienza dell'unità nazionale guidata da Mario Draghi. Questo Governo rappresenta una esperienza di grande successo e vorremmo continuasse, senza scossoni, fino alla fine della legislatura".

Il Movimento 5 Stelle si affida ad una nota ufficiale. "È importante che continui una guida capace di tenere insieme una maggioranza larga e composita. Pertanto il M5S ritiene necessaria una continuità dell'azione di Governo, per non lasciare i cittadini e le istituzioni in condizioni di "vacatio", senza un Governo, che comporterebbe seri problemi per tutti".

Anche il Pd plaude alle parole del premier, ma interpretandole in chiave legislatura: "bene Mario Draghi. Condividiamo il giudizio che ha dato sul bilancio dell'anno in cui è stato a palazzo Chigi e anche l'auspicio che ha fatto che la legislatura vada avanti fino al suo termine naturale in continuità con l'azione di governo".

Di ben altro tenore il commento di Giorgia Meloni, l'unica stecca del coro. "Più che una conferenza di fine anno - sottolinea la leader di Fratelli d'Italia - quella di Draghi è sembrata una conferenza di fine mandato e questo spiegherebbe anche gli applausi e la "commozione" dei giornalisti. Dal premier due ore e mezza di autocelebrazioni". Meloni si è sempre detta disponibile a votare per Draghi al Quirinale solo a patto che subito dopo si vada ad elezioni anticipate. Scenario che, però, non collima con le parole di ieri mattina del premier, che ha fatto trasparire di essere pronto a trasferirsi sul Colle rimarcando la necessità di portare a termine la legislatura.

Matteo Renzi si mostra più realista e concreto per uscire dal cul de sac della maggioranza dei due terzi richiesta eleggere il capo dello Stato. "Nel 2015 scegliemmo Mattarella e non tutta la maggioranza di Governo fu d`accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari - ricorda il leader di Italia Viva -. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella è stato un bene per l`Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé". Come a dire: se si trova un nome per il Quirinale che passa a maggioranza assoluta dopo il terzo scrutinio, Draghi può restare benissimo dov'è.

gug

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December 23, 2021 03:48 ET (08:48 GMT)