ZURIGO (awp/ats/awp) - Il direttore di Ethos, Vincent Kaufmann, si è espresso a favore dello scorporare le attività elvetiche di Credit Suisse nel caso in cui la banca venisse acquisita da UBS. La nuova banca dovrebbe poi essere quotata in borsa in modo indipendente, ha dichiarato oggi.

Una fusione con UBS rappresenterebbe un rischio sistemico molto elevato per la Svizzera e "creerebbe anche un pericoloso monopolio per i cittadini svizzeri", ha dichiarato il capo della fondazione che consiglia le casse pensioni ed è particolarmente attiva sul fronte della finanza sostenibile all'emittente statunitense CNBC. Gli azionisti rappresentati da Ethos detengono complessivamente più del tre per cento delle azioni del Credit Suisse.

Non è la prima volta che Ethos si pronuncia a favore a questo riguardo, una proposta in tal senso era già stata fatta a ottobre dello scorso anno.

Come noto CS è organizzata in quattro divisioni: Swiss Bank, Wealth Management, Investment Bank e Asset Management. Quando si trovava sotto la guida di Tidjane Thiam, presidente della direzione fra il marzo 2015 e il febbraio 2020, l'istituto aveva preso in considerazione una quotazione dell'unità elvetica per raccogliere fondi volti a finanziare una ristrutturazione. Aveva però alla fine optato per un aumento di capitale che aveva raccolto 4 miliardi di franchi.

Da allora la banca è stata scossa da ripetute disavventure: in particolare il fallimento nel marzo 2021 della società finanziaria britannica Greensill Capital, in cui erano stati impegnati 10 miliardi di dollari attraverso quattro fondi, e l'implosione - nello stesso mese del medesimo anno - di Archegos Capital Management, il family office (cioè una società che gestisce uno o più patrimoni familiari) di un finanziere newyorkese di origine coreana, che è costata circa 5 miliardi di dollari a CS.