WASHINGTON/ZURIGO (Reuters) - Credit Suisse Group AG pagherà circa 475 milioni di dollari alle autorità americane e britanniche per risolvere il caso di corruzione e frode da 2 miliardi di dollari in cui è coinvolta in Mozambico, mentre la sua controllata si è dichiarata colpevole di un'accusa di cospirazione a New York.

Lo hanno reso noto ieri le autorità statunitensi e britanniche.

L'accordo con la Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti, il Dipartimento di Giustizia e la Financial Conduct Authority (Fca) della Gran Bretagna rappresenta l'ultimo colpo per la banca svizzera segnata dallo scandalo, ed è stato annunciato pochi minuti prima che il regolatore finanziario della Svizzera la ammonisse per la lunga storia di spionaggio aziendale.

Le accuse statunitensi e britanniche riguardano quasi 1 miliardo di dollari in offerte di bond e un prestito sindacato che Credit Suisse ha contribuito a organizzare tra il 2013 e il 2016 per finanziare un progetto nel settore della pesca del tonno in Mozambico. Gran parte dei proventi sono stati dirottati tramite tangenti ai banchieri di Credit Suisse e ai funzionari del Mozambico.

Tre ex banchieri di Credit Suisse, insieme a due intermediari e tre funzionari del governo mozambicano, sono stati accusati nel 2018 di riciclaggio di denaro e frode agli investitori statunitensi che avevano investito nei prestiti. I procuratori Usa hanno detto che almeno 200 milioni di dollari dei prestiti sono stati trasferiti agli otto imputati. Gli ex banchieri si sono dichiarati colpevoli nel 2019.

Attraverso le azioni dei suoi banchieri, Credit Suisse ha ingannato in modo fraudolento gli investitori e ha violato le leggi statunitensi sulla corruzione, hanno affermato ieri le autorità.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)