ZURIGO (awp/ats) - Come previsto Credit Suisse (CS) ha presentato ricorso contro la sentenza della giustizia delle Bermuda che ha imposto alla banca di pagare 607 milioni di dollari (570 milioni di franchi) come risarcimento all'imprenditore ed ex primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili, raggirato da un consulente della banca.

Stando a quanto riferisce Bloomberg, Charles Falconer - l'avvocato londinese che rappresenta l'istituto - ha criticato il calcolo dell'indennizzo come eccessivamente semplicistico, in quanto tratterebbe l'intero portafoglio del cliente come un blocco unico e si baserebbe su rendimenti teorici durante una fase prolungata di rialzi di mercato. In pratica la controparte è stata ricompensata due volte, sostiene il legale.

Contattato dall'agenzia Awp un portavoce di CS non ha voluto commentare gli ultimi sviluppi, facendo riferimento al procedimento in corso. Credit Suisse aveva stimato in maggio l'ammontare dei danni inerenti alla causa pendente nel territorio britannico d'oltremare a 600 milioni di dollari. La società aveva proceduto ad accantonamenti in tal senso in attesa dell'esito del processo di appello.

Al centro della vicenda vi sono gli investimenti che Ivanishvili aveva effettuato presso Suisse Life Bermuda, una filiale assicurativa del gruppo. Stando agli atti del processo complessivamente l'imprenditore - che è stato premier in Georgia dal al 2012 al 2013 - aveva investito oltre 1 miliardo di dollari presso Credit Suisse.

Oggi 66enne, Ivanishvili è stato pesantemente danneggiato da un consulente di CS, che a partire dal 2011 ha causato perdite milionarie a tre cifre ai suoi clienti. L'uomo - un francese attivo a Ginevra - era stato licenziato con effetto immediato nel 2015 ed era poi stato condannato a cinque anni di reclusione dalla giustizia ginevrina per truffa per mestiere, gestione infedele e falsità in documenti. Si è poi tolto la vita nel luglio 2020 all'età di 57 anni.

Va ricordato che Ivanishvili ha presentato una denuncia contro la banca anche a Singapore, questa volta chiedendo 800 milioni di dollari di danni. La filiale locale di Credit Suisse ha ammesso in settembre di non aver informato il suo ex cliente dei trasferimenti non autorizzati dai suoi conti.