ROMA (MF-DJ)--Grande appassionato di sci, ma soprattutto di banca ("alle elementari andavo a scuola con il furgone blindato carico di banconote, sono cresciuto a pane e banca"), Federico Sella, biellese, classe 1969, è fin dall'avvio nel 2004 amministratore delegato (e direttore generale) di Banca Patrimoni Sella, la private bank del gruppo Banca Sella presieduto da Maurizio Sella, tra i più grandi istituti di credito di famiglia in Europa. Ispiratore della banca (nata nel 1886) che porta il nome della famiglia e che ancora oggi ha sede a Biella fu proprio quel Quintino Sella tre volte ministro delle Finanze nell'Italia appena unita, leader della Destra Storica, fondatore del Cai nel 1863, oltre ad aver ricostituito dieci anni dopo l'Accademia di Lincei. La tradizione nella finanza oggi prosegue con Pietro (ad del gruppo Banca Sella) e Federico Sella, entrambi figli di Maurizio. All'attività bancaria si affianca un'altra passione di famiglia: il vino con le Tenute Sella a Lessona (nella fascia centro-orientale della provincia di Biella) che hanno più di tre secoli di vita. Sella è a capo di una struttura di oltre 400 private banker e ha una posizione privilegiata per osservare le dinamiche in atto nel suo settore. In questa intervista a MF-Milano Finanza spiega lo sviluppo della private bank.

Domanda. Dottor Sella, come vede il settore bancario in una fase come l'attuale di consolidamento?

Risposta. E' in una situazione positiva. Le banche sono più capitalizzate rispetto a 10 anni fa e hanno erogato meglio il credito.

Quindi se verrà una recessione, anche se sono ottimista e ritengo che sarà evitata, dovrebbero avere molte meno perdite su crediti. La sfida per i prossimi anni sarà piuttosto di tipo manageriale. D'altra parte, questa è una sfida per tutto il sistema Paese: non ci manca lo spirito imprenditoriale e la capacità di far politica, è invece necessario migliorare nella gestione operativa. In Italia siamo bravi a fare le strategie ma poi realizzarle è tutt' altra questione. La grande sfida è quindi quella che definisco la messa a terra: bisogna gestire la macchina organizzativa. Una buona gestione è il segreto per far andare bene ogni tipo di attività.

D. E il settore del private banking italiano come va nel suo complesso?

R. C'è molta concorrenza, ma il nostro settore è in grande spolvero e lo è da ormai 15-20 anni. I dati segnalano una forte crescita, il momento è positivo. Tutti stanno investendo molto sul private banking. Ma ogni operatore poi interpreta a suo modo l'attività di private e wealth. Noi abbiamo un modello di consulenza diversificata e ben radicata sul territorio. Come Banca Patrimoni Sella gestiamo 18 miliardi di euro che diventano 24 miliardi includendo i 6 miliardi che fanno riferimento a Sella Fiduciaria e Sella Sgr. Quest'anno cresciamo di 2 miliardi. Siamo un buon datore di lavoro e la nostra rete, composta da circa 450 consulenti, è fatta da professionisti che si identificano con i valori della famiglia Sella.

D. Le private bank estere rappresentano una minaccia?

R. Il modello svizzero nel private banking è stato senza dubbio un esempio per tutti noi ma in Italia la storia è ancora tutta da scrivere. Poi ci sono le grandi investment bank statunitensi che seguono però solo il segmento top.

D. Le grandi banche reti italiane continuano a strapparsi consulenti a caro prezzo, qual è la vostra filosofia nel reclutamento?

R. Non mi piace la parola reclutamento, non usiamo cacciatori di teste, mi piace piuttosto essere cercato. E credo che il modello nazionale di Banca Patrimoni Sella sia molto apprezzato. Ormai copriamo anche il Sud d'Italia, anzi dopo 140 di storia del gruppo, quest' anno apriamo anche in Calabria. Buona reputazione, solida patrimonializzazione sono biglietti da visita che ci permettono di attirare consulenti di altissimo livello. Siamo convinti, e lo dimostriamo con i fatti, che quando si apre una nuova sede bisogna parlare la stessa lingua delle persone del posto, bisogna calarsi nella loro realtà. E così facciamo. Un tema veramente centrale, lo ribadisco, è per noi il radicamento territoriale, in questo siamo all'antica. Ma senza trascurare la comodità della tecnologia.

D. Com' è strutturata la rete? Avete piani di ampliamento sul territorio?

R. C'è da dire che il private banking necessita di notevoli economie di scala e non va bene essere piccoli. Quando Banca Patrimoni Sella è nata, 18 anni fa, il modello era di essere nei capoluoghi più importanti d'Italia per servire capillarmente tutta la regione e dove poter avere almeno 1 miliardo. Al momento contiamo su 24 succursali. Abbiamo da poco inaugurato la sede di Bari. Nel 2023 abbiamo in progetto di aprire altre sei filiali, tra cui Udine, Firenze e Modena considerando che il 13 dicembre apriremo a Reggio Calabria. Le faccio questa riflessione: fino a una ventina di anni fa le famiglie italiane avevano la propria banca di riferimento, poi con le aggregazioni tutto è cambiato. Ecco, la nostra ambizione è essere la banca di riferimento per un certo tipo di clientela con un forte radicamento sul territorio. Perché, lo ribadisco, non si può fare banca in modo longevo se non si è legati all'area di riferimento.

D. Ma nel dna del gruppo c'è anche la capacità di innovare

R. Per un banker è fondamentale disporre di tutti i supporti tecnologici più avanzati che facilitino il lavoro di contatto e gestione della clientela. Bisogna rendere la relazione con il cliente più efficace e agile. Noto che nonostante la caduta di azioni e bond quest' anno, i reclami non sono aumentati perché portafogli ben costruiti sono in grado di approfittare della successiva fase di rialzo. Una banca come la nostra non può far assumere troppi rischi ai clienti, lo può fare un family office, ma lì le logiche sono diverse.

D. Cosa pensa degli investimenti nei mercati privati?

R. Il private market ha i suoi aspetti interessanti, è giusto investirci ma bisogna tenere presente che i capitali sono immobilizzati per diversi anni e questo ha come contropartita un certo grado di rischio. Detto questo per la nostra tesoreria abbiamo investito nei private market, perché i primi a metterli in portafoglio dobbiamo essere noi in prima persona prima di proporli ai clienti. Nell'economia reale il ruolo di una banca è sia nell'erogazione del credito, sia nella gestione del risparmio. Gestire bene il denaro permette di portare soldi all'Italia, pensiamo ai 4 mila miliardi di ricchezza delle famiglie, ad esempio con un rendimento anche solo del 2% lo stock aumenta di 80 miliardi, non poco per l'economia del Paese.

D. Le vorrei fare un'ultima domanda, avete in programma di unire il private banking di Banca Sella con Banca Patrimoni Sella, penso al gruppo Credem che di recente ha creato un polo unico

R. Proseguiamo nella nostra strada, per adesso stiamo bene così.

red

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0509:21 dic 2022


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December 05, 2022 03:22 ET (08:22 GMT)