"Il nostro Cto ha fatto una previsione in caso di escalation definitiva e irreversibile", spiega Perin.

Per Danieli, attivo nella manifattura, vendita e installazione di macchinari per l'industria metallurgica, la Russia rappresenta circa il 10% dei ricavi. Il titolo ha perso oltre un quarto del valore quest'anno.

Perin non esclude un rallentamento degli ordini.

"Dovesse protrarsi la guerra chi sa cosa potrebbe succedere?", dice.

Il gruppo friulano ha ricevuto in gennaio una commessa da 250 milioni di euro dalla società siderurgica russa MZ Balakovo per un impianto "green" per produrre rotaie, travi e profilati.

In agosto invece il gruppo aveva ricevuto una commessa per un impianto a Shakthty, a meno di 50 km dal confine con l'Ucraina. L'inizio dei lavori è previsto per i primi mesi del 2023.

(Francesco Zecchini; in redazione a Milano Valentina Za, editing Stefano Bernabei)