MILANO (MF-DJ)--Il boom dei consumi registrato nella prima parte dell'anno ha aiutato Campari pochi giorni fa a chiudere una semestrale in forte progresso nei confronti tanto del 2020 -il che era piuttosto scontato, considerando i mesi di lockdown che avevano penalizzato le vendite- quanto del 2019 pre pandemico. Di questo e delle sfide future del gruppo ha parlato il ceo Bob Kunze-Concewitz ai microfoni di Class Cnbc.

Domanda. La crescita osservata nei mesi scorsi dal vostro settore è ancora sostenibile?

Risposta. Con le riaperture di ristoranti e bar c'è un tale desiderio di convivialità, che si sta verificando un fenomeno che mi piace chiamare revenge conviviality, simile a quanto accaduto nel secondo dopoguerra, con un boom che durò per 10 anni. Non a caso, tutti i nostri brand e tutti i mercati stanno crescendo a doppia cifra, i nostri fondamentali sono più che solidi e il momento è più che positivo.

D. Nel settore del lusso il revenge spending post lockdown ha spinto i conti di molti gruppi. Si tratta di fenomeni che prima o poi finiranno. Quanto può durare la revenge conviviality di cui parla?

R. Solo il tempo ce lo dirà. Io sono abbastanza fiducioso, secondo le nostre ricerche durerà almeno qualche anno.

D. Vi preoccupano le varianti? Immagino abbiate accolto con favore il green pass, un modo per scongiurare nuove eventuali chiusure.

R. Guardiamo con cautela a quello che sta succedendo con la variante delta ma la cosa positiva è che c'è il vaccino e speriamo che la campagna vaccinale prosegua a questo ritmo in tutto il mondo.

D. Nelle scorse settimane abbiamo assistito al dibattito tra Confidustria, sindacati e politica sull'ipotesi di estendere il green pass anche sul posto di lavoro. Qual è la vostra posizione?

R. Siamo assolutamente a favore dei vaccini, abbiamo anche sponsorizzato la costruzione di un centro vaccinale vicino ai nostri headquarter a Sesto San Giovanni. Lasciamo tuttavia i nostri lavoratori liberi di scegliere se vaccinarsi o meno e per il momento non pensiamo a limitazioni per chi non si vaccina.

D. Nell'ultimo anno avete puntato molto sul digitale, avete annunciato da poco una joint venture con il gruppo Moët Hennessy ( Lvmh) per creare un player paneuropeo nel canale e-commerce di wine&spirits attraverso Tannico, piattaforma di cui avete acquisito il 49% nel 2020. La vostra scommessa è che il digitale sia qui per restare anche dopo la fine della pandemia?

R. Quando parliamo di digitale dobbiamo distinguere due aspetti, e-commerce e marketing online. Le vendite attraverso il canale digitale sono ancora limitate per il nostro settore, in media 1% in Europa, 3% negli Usa e 10% in Uk. Siamo però fiduciosi che questo fenomeno crescerà: ormai il blocco psicologico è stato superato e i consumatori sanno che senza sforzo possono scegliere quello che vogliono, anche a prezzi interessanti. Assieme a Moët Hennessy siamo dunque pronti a supportare la crescita organica di Tannico. Il secondo aspetto del digitale riguarda il marketing: i nostri investimenti sono passati dall'offline all'online, questa è decisamente la direzione.

D. In questi anni siete stati molto attivi in termini di M&A, altre operazioni in vista? Escludete un futuro per Campari all'interno di un grande gruppo come Lvmh?

R. Questa domanda deve essere fatta ai nostri soci, ma conoscendoli so che la visione per il futuro è di un gruppo autonomo. Quanto a possibili acquisizioni, l'anno scorso abbiamo fatto dei cambiamenti per essere molto più flessibili a livello di struttura dei capitali. Lasciando il controllo nelle mani dei nostri azionisti di maggioranza attuali, potremmo arrivare tra 6-8 anni ad avere un firepower che arrivi a 80-90 miliardi. Abbiamo preparato tutto per essere pronti se e quando arriveranno opportunità interessanti.

D. Campari festeggia nel 2021 i suoi primi vent'anni in borsa, durante cui la capitalizzazione di mercato è aumentata 15 volte a 13,8 miliardi. Questo traguardo in un momento in cui assistiamo a una fuga da Piazza Affari: escludendo l'Aim, da inizio anno sono più i delisting delle quotazioni. Come legge questo fenomeno e che cosa si sente di dire a chi diffida della borsa?

R. Per quello che riguarda la nostra performance, è stata eccezionale. Abbiamo battuto tutti gli indici e i competitor, consegnando mediamente un 16% all'anno dall'esordio a oggi. Per noi l'ingresso in Borsa è stato molto importante perché si è instaurata una disciplina interna di processi e una professionalità di tutt'altro livello. Ci ha permesso di avere più flessibilità nella struttura dei capitali e ci ha incoraggiato nell'M&A. Non solo: ci ha consentito di avere più visibilità, grazie a cui siamo riusciti ad attrarre e trattenere talenti grazie alle stocks option. Per noi la borsa è stata fondamentale.

red

MF-DJ NEWS

1208:23 ago 2021

(END) Dow Jones Newswires

August 12, 2021 02:23 ET (06:23 GMT)