A marzo E.On ha indicato per la quota del 15,5%, detenuta indirettamente attraverso il fondo pensione dell'azienda, un book value di 1,2 miliardi di euro, che si traduce in un calo del 58% del valore della partecipazione. 

"L'attuale crisi energetica rende finalmente chiaro che l'Europa deve trasformare il proprio sistema energetico. Per essere indipendente dal gas russo. Per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento", ha detto l'amministratore delegato Leonhard Birnbaum in un comunicato.

La diminuzione di valore è stata contabilizzata nel patrimonio netto tra gli altri proventi non operativi, ha detto E.On, aggiungendo che la situazione "non indica alcun evento scatenante che renderebbe necessari oneri di svalutazione su attività non correnti".

A marzo E.On aveva avvertito di una rettifica del valore della partecipazione in Nord Stream 1, di cui Gazprom detiene la maggioranza, dicendo che questo avrebbe avuto un impatto negativo sugli accantonamenti per le pensioni e sull'indebitamento netto, ma non avrebbe provocato problemi di liquidità. 

La società ha inoltre comunicato i risultati del primo semestre, che hanno evidenziato un calo del 15% dell'Ebitda adjusted a 4,06 miliardi di euro, e ha mantenuto le previsioni di un Ebitda adjusted 2022 compreso tra 7,6 e 7,8 miliardi di euro.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)