ROMA (MF-DJ)--Il rischio di povertà è più basso tra le famiglie con pensionati.

Lo sottolinea l'Istat spiegando che nel 2020, il reddito medio netto (esclusi i fitti figurativi) delle famiglie con pensionati è stimato in 33.543 euro (2.795 euro mensili), in lieve riduzione rispetto al 2019 sia in termini nominali (-0,8%) che reali (-0,7%) e, seppur di poco, superiore a quello delle famiglie senza pensionati (2.683 euro mensili) che subiscono una maggiore contrazione nei due anni (-1,0% e -0,9% rispettivamente in termini nominali e reali). La metà delle famiglie con pensionati ha un reddito netto inferiore ai 26.412 euro (2.201 euro mensili), valore mediano che scende a 22.995 euro nel Mezzogiorno, mentre si attesta intorno a 30.017 euro nel Centro e a 27.869 euro nel Nord.

Le famiglie con pensionati presentano un reddito mediano lievemente più basso rispetto a quello delle famiglie senza pensionati. Tale situazione, però, si inverte se si considera il reddito netto familiare equivalente, cioè includendo l'effetto delle economie di scala e rendendo comparabili i livelli di benessere tra famiglie di diversa composizione. Infatti, il valore mediano in termini equivalenti è pari a 18.885 euro per le famiglie con pensionati contro i 17.025 euro delle restanti famiglie. Il vantaggio comparativo è ulteriormente avvalorato dal rischio di povertà che è pari al 14,6% per le prime e quindi di 10 punti percentuali e mezzo inferiore a quello delle seconde. Ciò conferma l'importante ruolo di protezione economico-sociale che i trasferimenti pensionistici rivestono in ambito familiare.

Il rischio di povertà delle famiglie con pensionati si riduce di oltre un punto percentuale rispetto all'anno antecedente la pandemia, mentre quello delle famiglie senza pensionati cresce di 0,9 punti percentuali. La presenza di un pensionato all'interno di nuclei familiari "vulnerabili" (genitori soli o famiglie in altra tipologia) riduce sensibilmente l'esposizione al rischio di povertà, rispettivamente dal 31,4% al 15% e dal 33,9% al 12,7% (lato sinistro di Figura 4, anno 2020).

Il cumulo di pensione e reddito da lavoro abbassa ulteriormente il rischio di povertà: 6,4% contro 16,6% delle famiglie sostenute da titolari di sole pensioni. Anche l'apporto economico dei componenti non pensionati, in particolare se occupati, riduce il rischio di povertà pur in assenza di cumulo (8,5%).

Tra le famiglie con pensionati, le meno esposte al rischio di disagio economico sono quelle in cui vi è almeno un pensionato che cumula redditi da lavoro propri o insieme ad altri componenti occupati (rispettivamente al 6,4% e 1,8%), mentre le più vulnerabili sono costituite da pensionati senza redditi da lavoro che vivono assieme ad altri membri non occupati (34,7%). In conseguenza delle marcate differenze territoriali nei livelli di reddito medio e mediano, le famiglie di pensionati del Sud e delle Isole presentano nel 2020 un'incidenza del rischio di povertà due volte superiore a quella delle famiglie residenti al Centro e più che doppia rispetto a quelle del Nord.

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MF-DJ NEWS

0713:04 dic 2022


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December 07, 2022 07:05 ET (12:05 GMT)