ROMA (MF-DJ)--A Montecitorio dopo aver percorso il corridoio dei busti si accede a un salone dedicato alla prime donne entrate nelle istituzioni della Repubblica. Alle pareti sono appesi i ritratti delle 21 deputate elette all'Assemblea costituente, delle prime 11 sindache elette tra la primavera e l'autunno del 1946 e delle donne che per prime hanno ricoperto le più alte cariche delle istituzioni della Repubblica italiana: Tina Anselmi, Nilde Iotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati. L'ultimo ritratto a trovare spazio nelle Sala delle donne è stato quello di Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio Ed è stato alla vigilia dell'8 marzo, nella cerimonia di inaugurazione del nuovo allestimento degli spazi, che Meloni ha indicato il prossimo traguardo da tagliare. "La grande sfida della parità", di cui Meloni ha parlato è quella di portare una donna alla guida di una grande partecipata dello Stato.

Fatta eccezione per Enav, la più piccola delle quotate pubbliche, portata in borsa nell'autunno del 2016 dall'allora amministratrice delegata Roberta Neri, nessuna delle altre spa di Stato a Piazza Affari è mai stata guidata da una ceo. Allargando lo sguardo, se si considerano le 105 società del Tesoro, dirette e indirette, prossime a rinnovo, le donne sono oggi 148 nei cda e 84 nei collegi sindacali.

Come emerge dall'ultima analisi di CoMar, delle spa pronte a cambiare guida appena tre hanno una manager nel ruolo di ad. Sono Amco, la società del Mef incaricata della gestione dei crediti deteriorati, Rfi, gestore della rete ferroviaria e l'Istituto Poligrafico-Zecca dello Stato.

Marina Natale è la "signora delle sofferenze". Quando nel 2017 arrivò al vertice di Amco, scrive MF-Milano Finanza, la bad bank del Mef si chiamava ancora Sga, Società gestione attività, pensata per sistemare i crediti difficili maturati nel crac del Banco di Napoli, primi anni Novanta del secolo scorso. Prima ancora aveva guidato per pochi mesi la Fiera di Milano, dopo trascorsi in Unicredit e durante il suo mandato ha cambiato il ruolo della vecchia Sga.

Ha invece costruito la sua carriera dentro il gruppo Fs, Vera Fiorani, oggi a capo di Rfi. Entrata a metà degli anni Novanta in Tav, è da oltre vent'anni in Ferrovie dove ha ricoperto incarichi di componente dei board delle controllate e presidenze. Completa la lista delle società in scadenza il Poligrafico guidato da Francesca Reich. Una carriera internazionale iniziata in Boston Consulting, poi Tin.it Telecom Italia Media e ancora E-price. Nel mezzo attività per sostenere la cultura Stem e investitore di AngelsforWomen, associazione per lo sviluppo dell'economia femminile.

Tra i nomi che più si rincorrono per un candidatura a una poltrona che conta c'è quello di Lucia Morselli, scelta dal colosso franco-indiano della siderurgia ArceloMittal quale ceo di Acciaierie d'Italia, ossia l'ex Ilva partecipata al 32% da Invitalia. La sua carriera l'ha portata ai vertici di aziende italiane e straniere molto prima che arrivassero le "quote rosa". Matematica di formazione, è passata dall'industria ai media con Stream e Telepiù, spaziando dall'energia in Snam, al mondo dei servizi in Sisal a quello degli investimenti in Cassa Depositi e Prestiti e De Agostini.

Assieme a Morselli un'altra ceo in carica il cui cv è sotto la lente per nuovi incarichi è quello di Giovanna Della Posta. La supermanager degli immobili è al timone di di Invimit, la sgr del Tesoro. Classe 1972, ha lavorato in aziende importanti come Enel e Sara Assicurazioni e in start up divenute grandi di nome Fastweb. E ora ha come compito la messa a rendita del patrimonio immobiliare pubblico. Ha invece come obiettivo realizzare il piano industriale su cui lei stessa ha lavorato la ceo di Sace, Alessandra Ricci.

Entro il 2025 il gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Tesoro intende raddoppiare a 65 mila in tre anni il numero di imprese servite. La strategia include operatività innovative come la garanzia verde e SupportItalia, evoluzione di Garanzia Italia pensata durante la pandemia. Entrambi programmi seguiti da Ricci sin dall'avvio, al suo rientro nel 2020 in Sace dopo tre anni alla guida di Simest. Per quest'ultima società il governo Draghi nel 2022 ha chiamato sul ponte di comando Regina Corradini D'Ariezo, laurea in psicologia e un trascorso professionale nel mondo bancario, arrivata nella controllata Cdp da Bnl. Punta invece a riportare Eur spa in pareggio Angela Maria Cossellu. Di origine sarda, con un passato in Vodafone e Zurich, è al timone della partecipata che si occupa della valorizzazione dell'omonimo quartiere della capitale da gennaio 2022.

Completa l'elenco delle prime linee Fiamma Spena. L'ex prefetta di Genova, in prima linea nell'emergenza del Ponte Morandi, è commissario di Sogin, incaricata della dismissione delle centrali nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radiottivi.

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1309:49 mar 2023


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