Il legislatore canadese ha appena approvato la politica tariffaria del gruppo per i prossimi cinque anni. Questo dovrebbe garantire una notevole stabilità del cash flow nel periodo citato.

La rete di Enbridge è di gran lunga la più grande e la più fitta tra quelle che collegano i bacini di produzione del Canada occidentale al Midwest e alle regioni orientali del continente americano.

Insostituibile e impossibile da riprodurre, questa infrastruttura strategica si affianca a quella di TC Energy, che corre a sud del Canada, e al progetto Trans Mountain, che serve la British Columbia.

Grazie al boom del gas naturale liquefatto che apre nuovi mercati di esportazione e con la produzione di idrocarburi in Canada in fase di crescita strutturale, nonostante i tagli operati dal governo Trudeau, i prossimi anni si preannunciano molto promettenti.

Questi sviluppi arrivano al momento giusto per Enbridge, che sta completando un ciclo decennale caratterizzato da investimenti per 70 miliardi di dollari nelle sue infrastrutture. Questi investimenti hanno quadruplicato il cash flow annuale del gruppo.

Gli utili per azione, invece, tendono a ristagnare da anni. L'elevato payout ratio ha inoltre costretto il gruppo ad aumentare il debito a livelli molto elevati.

Nonostante il ridotto margine di manovra creato da questa leva finanziaria, il rendimento del 7,5% rimane piuttosto interessante se si considera un tasso obbligazionario decennale del 4%. Un calo dei tassi d'interesse lo renderebbe ancora più positivo.

Al contrario, un aumento dei tassi causato da una politica monetaria più restrittiva, motivata, ad esempio, da un'inflazione persistente, porterebbe a una forte compressione della valutazione.