ROMA (awp/ats/ans) - Italia e Germania puntano a produrre in Algeria e Tunisia l'idrogeno di cui hanno bisogno per decarbonizzare la loro industria pesante. Va in questo senso la dichiarazione che i quattro paesi più l'Austria hanno firmato stamani a Roma.

Un accordo politico per investire nella produzione di idrogeno nei due stati maghrebini e per realizzare, entro il 2030, un gasdotto di 3300 chilometri che dall'Algeria porti il gas alle industrie dei tre stati europei.

L'idrogeno brucia senza emissioni di gas serra e può sostituire il metano nelle imprese energivore, decarbonizzandole. Però deve essere prodotto a zero emissioni. O con l'elettrolisi dell'acqua, usando elettricità da fonti rinnovabili, oppure dal metano, ma con la cattura del CO2 prodotto.

E qui entrano in gioco Algeria e Tunisia. I due paesi nordafricani hanno sole e vento in abbondanza, con i quali possono produrre elettricità pulita, da usare per estrarre l'idrogeno dall'acqua. L'Algeria poi è ricca di metano: potrebbe produrre idrogeno da questo, catturando in giacimenti di gas esausti il CO2 emesso nel processo.

Ma una volta prodotto, l'idrogeno va trasportato. I gasdotti del metano non sono adatti, molto gas si disperderebbe. Occorre rifarli con acciai speciali. E per portare l'idrogeno dal Nord Africa alla Germania, via Italia e Austria, bisogna anche costruire alcuni tratti ex novo.

I tre paesi europei nel 2023 avevano firmato un accordo per sviluppare una filiera comune di questo gas. Oggi, l'intesa si è allargata a Tunisia e Algeria. L'obiettivo è duplice: realizzare impianti in Nord Africa per la produzione di idrogeno verde (o blu con la cattura del carbonio), e completare entro il 2030 un gasdotto di 3300 chikometri che dall'Algeria arrivi in Germania.

Nella partita entrano le principali aziende energetiche italiane. Snam si occuperà di adattare o costruire il tratto italiano del gasdotto, 2300 km da Mazara (Sicilia) a Tarvisio (Friuli-Venezia Giulia) sulla dorsale tirrenica, al 70% già esistente. Enel insieme ad Eni lavorano a un progetto pilota per produrre idrogeno verde in Tunisia. Eni inoltre ha notevoli competenze nella cattura del carbonio, con due grandi impianti a Liverpool (Inghilterra) e Ravenna (Emilia Romagna).

Per il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, la dichiarazione odierna "fa parte di una strategia per avere un mix energetico che ci possa rendere liberi e ridurre il costo d'energia, che veramente rende le nostre imprese meno competitive".