ROMA (Reuters) - L'Italia punta a usare miliardi di euro di fondi europei per proteggere le imprese domestiche dall'impatto degli ampi sussidi offerti dagli Stati Uniti alle aziende con sede nel paese.

Lo ha detto un funzionario senior del governo.

I paesi europei temono che l'Inflation Reduction Act (Ira) varato dal governo Usa che stanzia 430 miliardi di dollari in sussidi per spingere gli investimenti per auto elettriche e altre tecnologie pulite possa danneggiare le aziende con sede in Europa.

La Commissione europea sta allentando alcune norme sugli aiuti di stato per aiutare i singoli paesi membri ad arginare il potenziale flusso di aziende europee oltreoceano.

Tuttavia l'Italia non ha tanto margine per dare un sostegno significativo alle sue aziende a causa dell'elevato debito pubblico.

Roma sta quindi pensando di investire parte dei fondi europei post-Covid che si aspetta di ricevere entro il 2026 per aiutare le imprese domestiche, offrendo, tra le altre cose, sgravi fiscali per il rinnovamento in chiave ecologica degli impianti, ha riferito il funzionario.

All'Italia sono destinati circa 200 miliardi di euro in fondi Ue, ma il paese sta accumulando ritardi nell'impiego dei fondi già ricevuti e nel raggiungimento dei target fissati, da cui dipende l'erogazione dei nuovi pagamenti.

Roma sta quindi rinegoziando con Bruxelles i piani di investimento e punta ad abbandonare progetti che non è in grado di completare entro il 2026 sostituendoli con altri che possano invece essere realizzati nei tempi attesi. Sta anche selezionando quelli ammissibili al programma REPowerEU, con cui si punta ad affrancare i paesi del blocco dal gas russo e ad accelerare la transizione verde.

DIFFICOLTA' DI SPESA

L'Italia ritiene di poter ottenere almeno 6 miliardi di euro da questo programma e punta a spostare parte dei fondi post-Covid e 3 miliardi da piani domestici per aumentare le risorse a disposizione per progetti strategici sull'energia.

Secondo il funzionario, REPowerEU sarà fondamentale per finanziare ingenti investimenti in infrastrutture per l'energia, proposti da alcune grandi aziende a controllo pubblico come Eni, Enel, Snam e Terna.

Parte delle risorse potrebbero essere destinate alla costruzione di un collegamento per portare gas e idrogeno prodotto nel Nord Africa in Europa.

L'Italia è il paese destinato a ricevere i fondi significativamente più ampi dal piano post-Covid rispetto a qualsiasi altro paese membro. Tuttavia i precedenti governi a guida Giuseppe Conte e Mario Draghi sono stati un po' ingenui nello spingere per un ammontare così elevato, ha detto il funzionario.

Ha anche aggiunto che l'Italia, che tradizionalmente fa fatica a spendere la propria quota di finanziamenti Ue, troverà sempre difficile spendere i nuovi fondi entro la data limite del 2026, anche se - ha sottolineato - il governo è determinato a non perdere nulla.

Una terza tranche da 19 miliardi in fondi europei doveva essere inizialmente approvata a febbraio ma è stata congelata in attesa di chiarimenti.

Secondo il funzionario c'è fiducia che i fondi possano essere sbloccati entro questo mese.

(Versione italiana Gianluca Semeraro, editing Claudia Cristoferi)