MILANO (MF-DJ)--"Sul nucleare condivido quanto ha detto il ministro Cingolani. Non si può escludere a priori una tecnologia che annulla le emissioni di anidride carbonica".

A dirlo, intervistato da La Repubblica, è Paolo Scaroni, già amministratore delegato di Enel ed Eni, e oggi vicepresidente della banca d'affari Rothschild - con un focus proprio sull'energia - e sullo stesso tema tiene un master alla Bocconi.

Scaroni sottolinea come "se - come è giusto che sia - l'Europa si pone l'obiettivo di arrivare a zero emissioni di CO2 nel 2050, nella linea tracciata anche dagli Accordi di Parigi, allora non si può dire di no e basta al nucleare, che ha l'indubbio vantaggio di non generare emissioni".

In Italia però due referendum, nel 1987 e nel 2011, hanno chiuso la strada al nucleare. Per Scaroni, "il problema non è certo solo italiano, bensì globale. L'effetto serra non si combatte su scala nazionale. E mentre noi stiamo parlando, nel mondo sono in funzione 436 centrali nucleari e altre 53 sono in costruzione: tra queste due in Giappone, dove pure c'è stato l'incidente di Fukushima, una in Finlandia e una in Gran Bretagna; insomma ci sono Paesi sviluppati come noi che usano e investono sul nucleare. La stessa Agenzia internazionale per l'energia prevede che la produzione da fonti nucleari raddoppierà da qui al 2050".

lus

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0410:13 set 2021

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September 04, 2021 04:14 ET (08:14 GMT)