ROMA (MF-DJ)--Con l'emergenza gas e il calo dei flussi dalla Russia, Enel è pronta a rimettere a pieni giri le centrali a carbone. A riferirlo è l'ad Francesco Starace in un colloquio col "Sole 24 Ore". Le quantità di metano consegnate da Gazprom a Eni risultano ancora oggi ridotte, seppur invariate rispetto a ieri. A fronte di una richiesta giornaliera di circa 63 mln di metri cubi, il colosso russo ha comunicato che fornirá

solo il 50% di quanto richiesto. Le forniture italiane sembrano quindi stabilizzarsi attorno ai 32 mmc al giorno rispetto ai 45 mmc/giorno dei primi cinque mesi dell'anno.

"La parte che ci compete in una situazione di eventuale emergenza è preparare le centrali a carbone a una robusta stagione di produzione, quando invece stavano accelerandone la dismissione", riferisce il manager, "e questo senza approvvigionarci dalla Russia, come era invece previsto in precedenza. Dobbiamo comprare piú carbone e non in Russia. Ci siamo subito portati avanti e abbiamo cominciato a comprarlo due settimane dopo l'inizio della guerra. Oggi il carbone ce l'abbiamo. Lo acquistiamo da Indonesia, Colombia, Sudafrica".

"Il problema non è tanto il costo, quanto la qualitá del carbone che è inferiore a quello russo, per cui richiede maggiore lavoro per la gestione, manutenzione e pulizia degli impianti", spiega Starace.

Delle sei centrali a carbone presenti in Italia, quattro fanno capo a Enel (erano cinque prima della chiusura di La Spezia a dicembre scorso) e le altre due fanno riferimento al gruppo Ep produzione (Sassari) e ad A2A (Monfalcone). In particolare, quelle che Enel dovrebbe rimettere a pieno regime dopo la chiusura parziale di alcuni gruppi sono la centrale di Fusina (Venezia) e Brindisi che è considerata tra le più grandi d'Europa e la seconda più grande d'Italia. Le altre due centrali in capo a Enel, Civitavecchia e Portovesme, sono invece pienamente operative.

gug

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June 17, 2022 05:03 ET (09:03 GMT)