ROMA (MF-DJ)--L'Europa a 27 prova a dotarsi di una strategia di approvvigionamento delle materie prime. Ai primi di marzo la Commissione europea dovrebbe quindi presentare una comunicazione al riguardo per delineare le politiche di diversificazione e provare a spezzare, come si fatto con il gas russo, la dipendenza da un numero limitato di Paesi.

Le ragioni dell'intervento, scrive MF-Milano Finanza, sono nei numeri presentati ieri dal vicepresidente dell'esecutivo comunitario Valdis Dombrovskis nel corso di un incontro con un gruppo di giornalisti. Oggi l'Europa produce appena il 15% delle materie prime necessarie alla transazione verde e digitale. Per la restante parte dipende quindi dalle importazioni. Da ciò la necessità di sviluppare partnership sulle materie prime, iniziando a costruire le alleanze guardando agli Stati Uniti e al Canada. «È importante evitare di creare nuove dipendenze. Le catene di approvvigionamento diversificate sono anche resilienti», ha aggiunto Dombrovskis. La lista dei Paesi che saranno coinvolti è ancora in fase di lavorazione. Secondo le informazioni raccolte da MF-Milano Finanza, la strategia dovrebbe però aver due pilastri, il primo dei quali intende rafforzare la capacità produttiva interna. Non necessariamente puntando sull'estrazione, anche se alcuni sviluppi sono già in corso.

Basti pensare al progetto di Enel Green Power, di cui questo giornale ha parlato la scorsa estate, per la ricerca del litio vicino a Roma, nell'area di Cesano, esplorando i fluidi delle sorgenti geotermiche. Nel programma della Lega, inoltre, aveva trovato spazio la proposta di affidare estrazione e produzione a una società pubblica, individuata in Eni.

Più che all'estrazione, il progetto comunitario vuole però sostenere la capacità di produrre semilavorati e concentrare l'attenzione sull'economia circolare e la capacità di riciclo. In parallelo la creazione di una rete di partner dai quali approvvigionarsi sarà accompagnata da una serie di iniziative d'investimento per potenziare la capacità dei Paesi coinvolti di lavorare i materiali, portando valore aggiunto. Già lo scorso agosto, invece la Commissione europea aveva avanzato l'idea di ridurre le barriere per l'estrazione e la produzione di terre rare e materiali critici per lo sviluppo delle rinnovabili, abbassando gli ostacoli finora in vigore. Adesso i riferimenti alle materie prime dovrebbero diventare uno dei capisaldi degli accordi bilaterali di libero scambio che Bruxelles sta negoziando. È stato così per il Cile, lo potrebbe diventare per l'India, l'Indonesia e la Thailandia.

La strategia sulle materie si inserisce nel più ampio quadro di potenziamento della competitività dell'Ue anche davanti alle divergenze con gli Usa sull'Inflation Reduction Act (Ira), il piano statunitense da 370 miliardi per la transizione ecologica. Da settimane i leader dell'Unione europea discutono su come reagire ai sussidi miliardari approvati da Washington che rischiano di distorcere la concorrenza a sfavore del Vecchio Continente, concedendo crediti fiscali solo alle imprese che producono negli Usa. Intanto, in vista del vertice Ue in programma il 9 e 10 febbrai, i capi di Stato e di governo europei, secondo una bozza delle conclusioni, esortano «la Commissione e il Consiglio a portare avanti il lavoro» per garantire «solidarietà» tenendo conto del «successo del programma Sure», e per «un Fondo sovrano europeo per sostenere gli investimenti nelle aree strategiche».

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2708:37 gen 2023


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