MILANO (MF-DJ)--Se ne parla poco, ma tra gli energivori schiacciati dalla bolletta elettrica del 2022 ci sono anche loro, società che gestiscono servizi di prima utilità, come gli acquedotti, che non possono rischiare uno stop pur travolti come saranno dai prezzi shock delle materie prime.

Tra queste c'è Sorical (Società risorse idriche calabresi), azienda mista controllata col 53,5% dalla Regione Calabria e partecipata per il restante 46,5% da Acque di Calabria (100% Veolia). La preoccupazione per il futuro è espressa, numeri alla mano, da Sergio De Marco, direttore dell'area operativa. «Consumiamo tra 170 e 180 Gwh all'anno, la bolletta rappresenta ben il 55% dei nostri costi complessivi», spiega a MF-Milano Finanza, «e questo dopo aver investito nell'efficientamento energetico dei nostri sistemi, perché prima i nostri consumi superavano i 220 Gwh.

Se i prezzi delle commodity resteranno sui livelli attuali, ci troveremo ad affrontare un esborso insostenibile, stimato in circa 40 milioni di euro in più rispetto al 2021». A determinare il grande consumo d'energia, sono sia le operazioni di estrazione dell'acqua dai pozzi sia la spinta necessaria alle pompe per portarla nei serbatoi in testa alle reti idriche gestite dagli oltre 400 comuni calabresi, superando dislivelli che a volte possono arrivare anche a 400 metri. Come fornitore di energia per il 2022, Sorical ha appena confermato Eni, che nel 2021 grazie a un contratto a prezzo fisso ha consentito all'azienda calabrese di risparmiare oltre un milione di euro, evitandole soprattutto il salasso degli ultimi due trimestri dell'anno. Il prezzo unitario pagato da Sorical nell'anno che sta per chiudersi, è stato infatti di 58 euro per Mwh contro i 64 euro per Mwh del 2020. Di conseguenza la bolletta è scesa da 28,3 milioni a circa 27 milioni. Ma ora le condizioni sono, per forza di cose, diverse. «Rischiamo che il conto dell'energia arrivi a livello dei nostri ricavi», osserva De Marco.

fch

(END) Dow Jones Newswires

December 23, 2021 03:12 ET (08:12 GMT)