Sotto la guida di Claudio Descalzi Eni ha lanciato una delle strategie di transizione verde più ambiziose del settore, impegnandosi a raggiungere il livello di zero emissioni nette entro il 2050 e a passare alla produzione di energia tramite fonti non inquinanti, allontanandosi gradualmente dal petrolio a partire dal 2025.

"Stiamo riformando profondamente la nostra struttura societaria per incrementare la creazione di valore ... e la flessibilità", ha detto il Cfo del gruppo Francesco Gattei agli analisti.

La strategia del cane a sei zampe è in contrasto con quella delineata da Royal Dutch Shell, che proprio ieri ha detto che le sue divisioni funzionano meglio lavorando insieme piuttosto che separatamente, rispondendo all'invito ad uno scorporo giunto da un fondo attivista.

Questo mese Eni ha rivelato la propria intenzione di quotare parti delle sue nuove attività retail e delle energie rinnovabili, ventilando la possibilità di una quotazione separata per la propria joint venture norvegese Vaar Energi, insieme con l'azionista HitecVision.

Il gruppo sta anche progettando la creazione di una società upstream in Angola insieme a BP, un progetto che secondo Gattei potrebbe vedere la luce prima della fine dell'anno.

"Il prossimo anno, con le varie Ipo e le combinazioni di attività, ci sarà un abbondante afflusso di contanti" ha detto Gattei agli analisti nel corso di una conference call dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre.

Il Cfo di Eni ha spiegato che i fondi saranno usati per tagliare il debito, migliorare la politica dell'azienda in materia di dividendi e finanziare la transizione.

In un comunicato sui risultati, Descalzi ha detto che la creazione di veicoli business dedicati sarà accelerata per concentrarsi sulla crescita e sull'estrazione di valore dal portfolio del gruppo.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei)