ROMA (Reuters) - La causa intentata da Greenpeace e ReCommon contro Eni, accusata di contribuire al cambiamento climatico per la sua attività nei combustibili fossili, rischia di affrontare tempi più lunghi in seguito alla richiesta di sospensione del procedimento avanzata dalle due organizzazioni ambientaliste.

Greenpeace e ReCommon hanno infatti presentato un ricorso per regolamento di giurisdizione.

Lo rende noto la società energetica in una nota, ricordando che l'udienza per la decisione era già stata fissata dal giudice per il prossimo 14 settembre.

Secondo Eni c'è il rischio che si apra proprio su iniziativa di Greenpeace e ReCommon "un lungo periodo di sospensione della decisione prevista invece a breve" consentendo alle due associazioni "di continuare nella propria campagna di disinformazione, perseguendo obiettivi mediatici che consentono maggiori slogan e minore rigore", si legge nel comunicato.

Né Greenpeace Italia né ReCommon hanno rilasciato commenti immediati, ma hanno detto che illustreranno le loro prossime azioni legali in una conferenza stampa convocata online per venerdì.

La causa intentata dalle associazioni si proponeva di chiedere un risarcimento danni all'Eni e di obbligare la società a ripensare la sua strategia aziendale.

Eni ha definito nella nota l'azione legale "totalmente infondata" e ha aggiunto di aver fornito "tutti gli elementi a supporto della bontà del proprio operato e della propria strategia di trasformazione e decarbonizzazione".

(Matteo Negri, editing Claudia Cristoferi)