MILANO (MF-DJ)--Dal cfo di Bp al ministro del Petrolio angolano, le voci si rincorrono: l'ipotesi di fusione con Eni, allo studio da maggio scorso, sta prendendo forma e un annuncio è atteso già in autunno.

I due gruppi si erano dati sette mesi di tempo per mettere a punto l'operazione, che prevede il conferimento in una joint venture paritetica dei rispettivi asset oil & gas detenuti nel Paese, ma le trattative stanno procedendo più rapidamente del previsto. Parlando con gli analisti anche il cfo di Bp Murray Auchincloss ha confermato i «buoni progressi» al tavolo con Eni (affiancato dall'advisor Sumitomo Mitsui), anticipando che già con la presentazione dei conti del terzo trimestre 2021, in calendario per il 2 novembre, potrebbero arrivare aggiornamenti importanti sul merger. Ma, secondo quanto trapela da fonti di mercato, Diamantino Pedro Azevedo, ministro di Risorse Minerarie, Petrolio e Gas dell'Angola, vorrebbe avere qualche conferma già nei prossimi giorni approfittando della ribalta offerta dall'Angola Oil & Gas 2021 Conference and Exhibition che si terrà il 9 e 10 settembre a Luanda.

I due gruppi sono tra i maggiori contribuenti del settore. Bp, per esempio, nel 2020 ha versato tra royalty e tasse 876 milioni di sterline nelle casse angolane, mentre il contributo di Eni è stato di 887 milioni di euro. L'operazione raggruppa sotto un unico cappello le attività delle due compagnie petrolifere. La dote di Eni è più robusta di quella di Bp: dei 200 mila barili al giorno attesi dalla produzione congiunta, ben 126 mila arriveranno dai giacimenti del Cane a sei zampe. Il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi è operatore del blocco 15/06 e dei blocchi esplorativi Cabinda Nord, Cabinda Centro, 1/14 (e presto anche del blocco 28), ed è anche operatore del New Gas Consortium (Ngc). Inoltre detiene una partecipazione nei blocchi non operati 0 (Cabinda), 3/05, 3 / 05A, 14, 14 K/A-IMI, 15 e in Angola Lng.

fch

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August 31, 2021 03:15 ET (07:15 GMT)