ROMA (Reuters) - Secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ridurre la quota dello Stato in Eni sfruttando gli effetti sull'azionariato del piano di buyback della società "è una proposta che ha senso, è una buona idea".

Secondo quanto riferito a Reuters da tre fonti il 10 novembre, alcune banche d'investimento hanno proposto al Tesoro di cedere una parte della partecipazione pubblica nel gruppo energetico alla luce del fatto che il completamento del buyback e la cancellazione delle azioni acquistate permetterebbe a Roma di ridurre la quota senza perdere il controllo della società.

Annunciato a maggio, il piano riacquisto di azioni dovrebbe portare la partecipazione totale del governo al di sopra del 34% delle azioni con diritto di voto.

Una volta completato, il Tesoro potrebbe potenzialmente vendere un numero di azioni sufficiente a far sì che il governo mantenga poco più del 30% del capitale di Eni, se si tiene conto della quota di Cdp, hanno detto le fonti.

Ai prezzi di mercato attuali, il 4% di Eni vale più di 2 miliardi di euro.

Il governo punta a raccogliere circa 20 miliardi di euro dalle cessioni di asset entro il 2026 con l'obiettivo di ridurre l'ingente debito pubblico.

(Giuseppe Fonte, in redazione Claudia Cristoferi, editing Francesca Piscioneri)