MILANO (MF-DJ)--Per evitare scostamenti di bilancio e raddoppiare la portata del decreto aiuti, approvato lunedì dal Consiglio dei ministri, il governo ha scelto la scorciatoia: incrementare di un altro 15%, innalzandolo così al 25%, il prelievo sugli extra-profitti delle grandi imprese dell'energia, colpendo il margine tra operazioni attive e passive a fini Iva generato dagli eccezionali rincari di gas ed elettricità.
A fronte di un decreto che, scrive MF, stanzia misure per circa 14 miliardi di euro a protezione di imprese e famiglie dall'aumento del costo della vita (e in particolare delle bollette), e del provvedimento che allunga all'8 luglio il taglio delle accise sui carburanti, si stima di spremere altri 6,6 miliardi di euro da Eni, Enel & c. Al totale di 11 miliardi di euro, confermato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento di ieri al Parlamento europeo, si arriva con i 4,4 miliardi circa attesi dal primo prelievo del 10%, destinati a coprire parte del dl Energia di marzo e il precedente taglio delle accise su benzina e gasolio. I calcoli si basano su un imponibile potenziale di 44 miliardi di euro dai guadagni extra di produttori, rivenditori e importatori di energia elettrica, gas e derivati petroliferi.
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