ROMA (MF-DJ)--"Abbiamo creato un sistema per deconsolidare certe aree e

dato attenzione particolare agli investitori. Adesso chi investe in Eni ha una redditivitá dal 12 al 13%".

Lo ha detto durante un evento Adepp il ceo di Eni, Claudio Descalzi,

aggiungendo che "abbiamo un bilancio, un debito, 5 miliardi di dividendi

da pagare ogni anno tra cedola e buyback, e i conti devono tornare. Negli

ultimi 6-7 anni ci siamo collocati su due binari: il breve termine e il

lungo termine e il problema è come allocare gli investimenti. I progetti

upstream hanno una redditivitá del 20%, sulle rinnovabili siamo al 6-7%".

Sull'emergenza gas scoppiata dopo con la guerra in Ucraina, Descalzi ha ricordato che "siamo riusciti in 10 mesi a sostituire il 50% delle forniture. Eravamo il primo cliente di Gazprom e, a differenza di altre

utility, grazie agli accordi con i Paesi con cui collaboriamo, cerchiamo

di sostituire il gas che compriamo da terzi. Siamo riusciti a sostituire

parte del gas che compravamo dalla Russia e siamo sulla catena del

valore". Per poter avere prezzi bassi, ha aggiunto, "l'offerta deve essere equipollente o un pò superiore alla domanda. Se pensiamo che le rinnovabili possano completamente sostituire il gas andiamo contro un

muro. In un contesto in cui il gas durerá ancora molto, per fortuna o no

non lo so, dobbiamo riuscire ad avere gli strumenti per equipollenza tra

domanda e offerta".

"La Russia", ha sottolineato il manager, "ci dava la flessibilitá di

aprire la valvola e il gas arrivava, ora bisogna avere rigassificatori e

infrastrutture. Per questo ripeto che dobbiamo essere in ridondanza.

Dobbiamo lavorare ad un mix di tecnologie e non avere dogmi. Se ci

limitiamo sulle tecnologie, gli altri hanno mani e gambe liberi e noi

dobbiamo saltellare e questo lo paga tutto il sistema industriale. E in

particolare quello italiano".

L'Europa, ha messo in evidenza, "rimane sotto un grande stress, paghiamo 7 volte il prezzo del gas degli Usa e 3-4 rispetto a Far East che adesso si può nutrire del gas della Russia". Una volta che gli stoccaggi sono stati riempiti e l'Europa ha messo, "dopo sette mesi di insistenza dell'Italia, un limite virtuale, che ora è anche piú alto dei prezzi, la speculazione è scesa. Il prezzo del gas ora è attorno a 40 euro a megawattora che è sempre superiore ai 17-20 prima del Covid, ma giá dopo il Covid con la ripresa erano saliti a 70-80".

Descalzi ha sottolineato che "gli effetti economici della guerra in

Ucraina sono visibili a tutti, sia per la parte industriale sia per le

famiglie, in tutto il mondo: l'inflazione, la supply chain e i costi.

Quelli dell'energia di costi la guerra li ha enfatizzati perchè sono

spariti 170 miliardi di metri cubi di gas e i prezzi sono andati alle

stelle con la speculazione e l'incertezza sulla capacitá di riempire gli

stoccaggi".

Quanto alla situazione del Paese, il manager ha sottolineato che "è complessa. Il sistema Paese riuscirà a vincere se c'è ottimismo e c'è unione. Dobbiamo trovare elementi comuni di alto livello su cui lavorare tutti insieme. Ci vuole proattivitá, capacitá di estrapolare i temi

importanti perchè siamo arrivati a una situazione di sopravvivenza.

Bisogna essere proattivi e non reattivi o quasi passivi. Non correre a

vuoto rimanendo sul posto, essere pragmatici dando fiducia agli altri. Questo è il compito della politica", ha concluso.

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fine

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3015:05 mar 2023


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March 30, 2023 09:05 ET (13:05 GMT)